Regia di Massimo Dallamano vedi scheda film
Thriller atipico che si apre in quarta marcia, anticipando i successi di Dario Argento. Un killer vestito in nero, con guanti neri e cappello a tesa larga, si arma di coltello a scatto e uccide un uomo, dandosi alla fuga. La polizia, nella persona dell'ispettore interpretato da John Mills, indaga supportata dal medico legale. Scopriamo che la storia è già lanciata. La vittima è infatti il terzo cadavere sulle spalle di un serial killer che uccide uomini legati al mondo dello spaccio di droga. La sceneggiatura, riconducibile al giallista e scrittore di gialli e horror da edicole Giuseppe "Pino" Belli (pubblicava sotto pseudonimi inglesi, tra i quali Max Dave), è molto particolare e ben articolata. Il taglio stile thriller pre-argentiano sfuma per prendere una via del tutto personale, diversa anche dai gialli di Umberto Lenzi. Al centro della narrazione viene a trovarsi la moglie dell'ispettore. E' una donna assai attraente (la rossa Luciana Paluzzi) di cui il marito è sempre più preso, ma è convinto di esser tradito. Distratto dalla vita privata, l'uomo riesce comunque a mettere le mani sull'assassino. Si tratta di un sicario dal bell'aspetto e dai modi gentili. Il poliziotto lo arresta ma, sulla via che porta al commissariato, ha un'assurda idea: ingaggiarlo per eliminare la moglie. Da qui il thriller prende un altro taglio ma, attenzione, i due filoni di storia sono collegati. Il sicario, costretto a collaborare per non venire incriminato, subisce il fascino della donna che, a dimostrazione dei sospetti del marito, non è certo fedele e non perde occasione per intrattenere rapporti sessuali con la nuova fiamma. Il killer non riesce a tenere fede all'impegno preso, cosa programmata dall'ispettore che ben conosce la moglie, e uccide il poliziotto che gli ha rivelato di sapere tutto. Questo infatti ha utilizzato il sicario per risolvere l'intero caso, avendo capito persino l'ultimo grosso colpo a sorpresa del film. Pur se ucciso, da morto, farà giustizia.
Dallamano, direttore della fotografia dei primi due capitoli della trilogia del dollaro di Sergio Leone, gira con mano estremamente ispirata. Carrellate, movimenti di macchina e inquadrature strette sugli attori sono il suo marchio d'autore che qua risulta all'ennesima potenza. Pur essendo un thriller che potrebbe non piacere agli amanti del giallo classico all'italiana (qua non c'è da scoprire un assassino), La Morte non ha Sesso è un ottimo prodotto sotto tutti i versanti. Promosso alla grande.
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