Regia di Mario Pinzauti vedi scheda film
Scritto e diretto dal semisconosciuto (a ragione) Pinzauti, Emanuelle bianca e nera è un vago tentativo di svecchiare una saga ormai satura come quella della bella fotoreporter - Emanuelle, appunto - interpretata da Laura Gemser. Qui non solo l'attrice manca, ma pure il personaggio centrale è un altro: questa Emanuelle è la figlia di uno schiavista americano all'epoca dei campi di cotone, che trova molto più e molto altro che una rivale in un'omonima schiavetta disinibita. Scene di sesso in quantità, ma senza qualità: l'erotismo è fin troppo spinto e la trama finisce ovviamente nel dimenticatoio già dopo qualche minuto di pellicola. Pinzauti girò sei film in sette anni e poi scomparì dalla circolazione; il successivo sarà Mandinga, dalla medesima ambientazione. Inutile sottolineare l'infimo livello artistico della sua produzione; qui per lo meno troviamo nel cast Maria Luisa Longo (come all'anagrafe, ma meglio nota come Malisa Longo), Percy Hogan (che ebbe qualche simile particina in lavori coevi di analogo stampo) e Attilio Dottesio, nei panni del dottore. A rinforzare il nonsense logico dell'operazione arriva anche un lieto fine romantico. Musiche dozzinali di Roberto Pregadio. 1/10.
Stati Uniti, ai tempi dello schiavismo: in una piantagione, il figlio del padrone si innamora della figlia del vicino, ma anche di una schiavetta. Entrambe hanno lo stesso nome, Emanuelle.
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