Regia di Carlo Infascelli, Antonio Raccioppi vedi scheda film
In un paesino toscano si svolgono le disavventure sopra le righe di frati gaudenti, pittori superdotati, mariti cornuti e donzelle disinibite – anche e soprattutto quelle che indossano la cintura di castità.
Uno dei primissimi decamerotici realizzati, uno dei peggiori probabilmente – ma non è facile a dirsi, all'interno di un filone che è stato con ogni probabilità il più squinternato, poveristico e privo di idee del nostro cinema. Di certo si sa però (Marco Giusti nel suo Dizionario della commedia sexy lo spiega in maniera approfondita e autorevole) che Carlo Infascelli radunò cast e mezzi in tempi record per girare questo copione raffazzonato e pretestuosamente boccaccesco da lui scritto insieme a Mario Amendola, Gastone Ramazzotti, Ugo Moretti e Antonio Racioppi, a pochissimi mesi dall'uscita del Decameron pasoliniano. Decameron proibito, uscito a marzo 1972, è un titolo volutamente pruriginoso (come se il testo originale di Boccaccio fosse per tutti i palati, insomma) che sarà poi scimmiottato dal Decameron proibitissimo di Renzo Martinelli, approdato in sala ad agosto di quello stesso anno; di realmente oltraggioso c'è però ben poco agli occhi dello spettatore odierno, sebbene per l'epoca il film osi pure non poco: i nudi femminili sono tanti e insistiti, sebbene i toni permangano costantemente barzellettistici e in quanto tali del tutto innocui. Tra gli interpreti: Gabriella Giorgelli, Orchidea De Santis, Dado Crostarosa, Giacomo Rizzo, Malisa Longo, Margaret Rose Keil, Mario Maranzana, Elena Veronese; Ramazzotti è anche assistente di Infascelli alla regia, mentre Giusti indica Racioppi come co-regista (sui titoli di testa il film è però accreditato al solo Infascelli). 1,5/10.
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