Regia di Fabio Carpi vedi scheda film
Già sceneggiatore piuttosto noto, che poteva vantare collaborazioni - fra gli altri - con Vancini, Salce, i due Risi (Dino e Nelo), Fabio Carpi esordisce nel 1972 dietro la macchina da presa con questo Corpo d'amore. L'idea è Visconti, ma il risultato non è neppure Zurlini: nel ritratto di un'incomunicabilità intergenerazionale (padre 62enne, figlio 15enne) e anche fra i sessi (mai si capirà quale lingua parli la ragazza), nel dramma psicologico - o presupposto tale - che la pellicola vorrebbe rappresentare, mancano solide basi sia sul piano della costruzione dei personaggi (stereotipati nei caratteri e nei comportamenti, oltremodo didascalici nei dialoghi) che su quello dell'azione, pressochè inesistente nel corso dei cento minuti di durata del lavoro. La riflessione di fondo potrà anche essere valida (padri immaturi che, non accettando l'età, sfidano figli adolescenti che si credono già adulti... non si sta neppure parlando di chissà quali contenuti, sostanzialmente), ma è sommersa nelle lungaggini pretenziose e nelle inquadrature elaborate quanto inutili (si pensi anche solo alla ragazza stesa nella sabbia, mano nella mano con i due uomini, da una parte e dall'altra); oltrettutto la coppia centrale di interpreti - François Simon e Giovanni Rosselli - non lascia alcun segno, mentre già meglio se la cavano la straordinariamente bella Mimsy Farmer e Lino Capolicchio, nel ruolo minore dell'opera. Scritto dal regista insieme a Luigi Malerba. 3,5/10.
Padre e figlio trovano una ragazza svenuta in una spiaggia deserta; la portano a casa e decidono di spartirsela: al figlio il giorno, al padre la notte.
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