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The Belle Starr Story - Il mio corpo per un poker

Regia di Piero Cristofani, Lina Wertmüller vedi scheda film

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La recensione su The Belle Starr Story - Il mio corpo per un poker

di mm40
3 stelle

Far west. Belle Starr è in cima alla lista dei ricercati: la pistola facile, la mira infallibile, il sigaro che pende dalla bocca e una straordinaria propensione alla vincita nel gioco d'azzardo. Ma soprattutto Belle Starr è una donna, cosa che attira il... collega Larry Blackie sopra ogni altra. Quando Larry vince il corpo di Belle al poker, lei comincia a raccontargli la sua travagliata storia.


Sebbene il personaggio non sia proprio di fantasia – Belle Starr è effettivamente esistita – questo film racconta le disavventure di un'eroina/antieroina sostanzialmente inventata, frutto della fantasia dei due registi e autori del copione, Piero Cristofani e Lina Wertmuller (alias, rispettivamente, Nathan Wich e George Brown). Se per il primo si tratta del debutto assoluto come regista, la seconda ha già una manciata di titoli alle spalle e, va da sé, lo pseudonimo ne protegge l'avviata carriera – tra l'altro il suo successivo titolo sarà già un lavoro di culto: Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972). Qui siamo nei territori del cinema alimentare, pur con qualche interessante spunto femminista – per l'epoca, si intende – e con la volontà ferma di raggiungere il grande pubblico mettendo in scena uno degli spaghetti western meno violenti e canaglieschi mai visti (sia chiaro: sangue, morti ammazzati e pistolettate a caso non mancano, ma è tutto piuttosto stilizzato e fondamentalmente innocuo, quasi fumettistico). Elsa Martinelli non convince del tutto nei panni (maschili) della protagonista, George Eastman lascia già più il segno sulla pellicola; accanto a loro ci sono tra gli altri Robert Woods, Dan Harrison, Remo De Angelis e Francesca Righini. Ritmo discreto, apprezzabile la scelta dell'inserimento dei flashback nella narrazione. 3,5/10.

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