Regia di Giorgio Trentin vedi scheda film
Nel corso di una serie di incontri adulterini, alcune donne della provincia veneta discutono del loro ruolo nella società e della loro presa di potere ai danni del maschio.
Incredibilmente delirante, e affascinante parimenti, questa pellicola scritta e diretta (e montata e prodotta, come orgogliosamente ci ricorda la didascalia di apertura) dal semisconosciuto Giorgio Trentin; Amiche: andiamo alla festa è un film bizzarro fin dal titolo che espone dettagliatamente in un’ora e venti minuti in sostanza privi di trama una pseudoteoria femminista completamente fallocentrica e asservita al maschio in maniera spudorata. Non è chiaro perché delle ragazze nel 1972 dovrebbero pensare che l’uomo è meglio che rimanga vestito, mentre loro fanno bene a spogliarsi, o che l’unica cosa insensata della prostituzione (femminile, chiaramente) sia il denaro. Evidentemente qualcosa dev’essere andato storto, quando è stato spiegato il Sessantotto a Trentin: e lui ci ha tenuto a rimarcarlo con questo lavoro, involontariamente comico nei contenuti e pressoché dilettantistico nella messa in scena. Non funziona nulla: dalle inquadrature ai dialoghi, dalla recitazione ai movimenti di macchina, per tacere del montaggio e, ma qui diventa praticamente una nota a margine, l’abuso di nudi (femminili, chiaramente) del tutto slegato da necessità di trama. Tra gli interpreti: Patrizia Adiutori, Merlene Mayer, Ludovica Modugno, Stefania Pecci, Mario Bardella, Nino Segurini. Questa è la terza regia di Trentin e il fatto può lasciare perplessi, ma nulla al confronto di quando si viene a sapere che il suo esordio dietro la macchina da presa fu nel 1966 con la trasposizione del romanzo di Beppe Fenoglio Una questione privata. 1,5/10.
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