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Cient'anne

Regia di Ninì Grassia vedi scheda film

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La recensione su Cient'anne

di mm40
1 stelle

Gigi D'Alessio vuole assolutamente sfondare nella musica e Mario Merola gli fa da padrino; quando il primo raggiunge la fama, al secondo viene un colpo e muore. Fin qui la vita reale, in parallelo con la trama del film, che si conclude con la rivelazione del vero padre di D'Alessio: il suo (ormai ex) datore di lavoro.

 

Mastrota borioso e rissoso, Gigi D'Alessio figlio adottivo di Merola, uno stuolo di belle donne che cadono ai piedi di D'Alessio, umile artista: la giusta categoria in cui archiviare questa leggendaria pellicola è 'fantasy', non v'è dubbio. Sulle origini della fortuna di GDA - un po' come per Berlusconi - le voci non convergono e i buchi logici abbondano in qualsiasi ricostruzione; si sa che Mario Merola gli fu sponsor e che la smania del giovane allievo di superare il maestro lo spinse a convocare addirittura Ninì Grassia - il regista di Nino D'Angelo, insomma - per farsi girare un paio di film da protagonista. Non proprio un personaggio di basso profilo, ma la storia non ha fatto altro che dargli ragione, convertendo nel corso degli anni alla dalessiomania l'intero Stivale. Cient'anne è il secondo lavoro cinematografico con protagonista il Nostro ed è un vero capolavoro del trash, qualche volta pure volontario, ma principalmente involontario; la sceneggiatura è di Ninì Grassia, le musiche di GDA e la prima è intervallata con cadenza da marcia militare dalle seconde (in stile musicarello, per intenderci). La trama non ha molta importanza in fondo e anche la recitazione è solo un dettaglio per schizzinosi puristi; Cient'anne è uno di quei prodotti difficili da valutare perchè non sai da che parte cominciare a esprimere le tue perplessità. Tanto vale non esprimerle neanche: sulla fiducia. Per Grassia è la penultima regia, dopo un tour de force di 18 (!) titoli nell'ultimo decennio. 1/10.

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