Regia di Robert Redford vedi scheda film
Esordio premiatissimo,con quattro Oscar tra cui quello per il miglior film e quello per la miglior regia(come Eastwood e Costner,non lo ha mai vinto come attore),per Robert Redford,che scelse un romanzo non eccelso come "Gente senza storia",portando sullo schermo un bel dramma in cui gli interpreti hanno grandi occasioni per farsi valere.Imperniato su una tragedia,un senso di colpa,un'inadeguatezza e una rigidità eccessiva,il film ha momenti molto toccanti,e vive della verosimile paura di continuare a vivere dei protagonisti:mai gratuito nel portare avanti la sua intensa analisi di una famiglia ferita,"Gente comune" è un lungometraggio onestamente commovente.Redford calibra bene i tempi della narrazione,e fa un gran lavoro nel condurre un Timothy Hutton che vibra di frustrazione,una Mary Tyler Moore impressionante nell'esibire la sua maschera di incrollabile distacco borghese(ma nella scena in cui,sola in camera,si lascia andare a un crollo progressivo è altrettanto credibile da strappare l'applauso), e un immenso Donald Sutherland,padre debole e marito sottomesso,che nella sequenza del monologo pre-finale al tavolo di cucina ,in cui il suo personaggio si prende una responsabilità terribile e imprime la svolta decisiva alla trama,assume i connotati di verità quasi violente da reggere.E nel brusco,inaspettato,e ruvido abbraccio finale tra padre e figlio,sta una ricerca di un affetto che semplicemente sostenga molto sincera.
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