Regia di Henry Cass, Edoardo Anton vedi scheda film
Un aviatore britannico viene mandato in Italia durante la seconda guerra mondiale. L'uomo, aspirante musicista, durante la missione conosce una ragazza del luogo che gli offre ispirazione per un'opera dal titolo La montagna di cristallo. Il conflitto finisce, l'aviatore melomane torna a casa dalla moglie, ma non riesce a dimenticare la ragazza italiana.
La produzione batte doppia bandiera, ovvero quella britannica affiancata a quella italiana; lo si nota d'altronde anche semplicemente dando un'occhiata al cast tecnico e artistico, che mescola interpreti e tecnici del Belpaese (Valentina Cortese, Antonio Centa, Tito Gobbi ed Elena Rizzieri in camei nella parte di sé stessi; Nino Rota per le musiche) e colleghi d'oltremanica (Michael Denison, Sebastian Shaw, Dulcie Gray; William McLeod per la fotografia, Lister Laurance per il montaggio). Stesso discorso per la sceneggiatura, che vede affiancare le firme di Henry Cass e John Hunter a quella di Joseph Janni (italiano di origini inglesi), con la collaborazione per i dialoghi da parte di Edoardo Anton, Gian Gaspare Napolitano ed Emery Bonnett, peraltro accreditato come E. Bonetti ad alimentare la confusione. Ma la curiosità più grande riguarda la reale o meno presenza in regia di Anton, oltre a quella certa di Cass: talvolta questo tipo di crediti, all'epoca, veniva appioppato a un'opera esclusivamente per ragioni economiche (un film con regista italiano era sottoposto a minori balzelli rispetto a un film diretto da uno straniero), pur non avendo alcuna ragione di esistere: chissà. Quanto alla pellicola in sé, si tratta di un banale melodramma senza tanta ispirazione che pesca tra sentimenti facilotti e situazioni prevedibili, riuscendo ad ambientare la trama in tempi di guerra tenendo però sempre dietro le quinte la violenza e la paura, il dolore e la morte: ciò che conta qui è l'intrattenimento, vale a dire il mix tra storia sentimentale e sequenze musicali. 3/10.
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