Regia di Isao Takahata vedi scheda film
La fiaba di Hols che con l'aiuto di una speciale spada da lui forgiata e con la collaborazione di amici umani e non, sconfigge il mago cattivo di turno, ha un forte sapore scandinavo, ma rappresenta invece una delle prime produzioni giapponesi a penetrare nel mercato europeo, ben prima delle serie robotiche di fine anni settanta. Il ricordo della prima visione evoca ancora una fascinazione a cui noi bambini degli anni settanta, sommersi dalle produzioni Hanna & Barbera, non eravamo abituati; quell'animazione così elaborata e raffinata, quella regia fatta di movimenti obliqui di avvicinamento e allontanamento che sembravano davvero frutto di una telecamera che riprendeva l'azione con poetica adesione e con un senso epico nel quale i giapponesi continuano a primeggiare, per non parlare dell'accompagnamento musicale...insomma, tutti i segnali della japan invasion prossima a venire. Col senno di poi, sapendo che il regista Takahata, socio del grande Hayao Miyazaki (che partecipò alla produzione del film) sarebbe diventato autore di altre serie entrate nel mito, da Lupin III ad Heidi, il film assume una dimensione da culto. Da un lato ne esce ridimensionato (pensiamo ai film successivi di Takahata, dal capolavoro Una tomba per le lucciole, all'ultimo La storia della Principessa Splendente), per via di alcune ingenuità della sceneggiatura, dall'altro vi troviamo già i semi della poetica che renderà così incisiva e indispensabile nella storia del cinema, la presenza dei maestri dell'animazione giapponese. Dimentichiamoci del titolo italiano (che millanta una parentela con la saga di H.Foster) e godiamoci un film che dopo oltre 50 anni possiamo ancora definire epocale.
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