Regia di Martyn Burke vedi scheda film
La rivoluzione informatica degli anni ottanta è stata uno dei momenti più esaltanti della storia della tecnologia. All'epoca del film erano già passati 20 anni dai fatti narrati, quindi si poteva cercare di ricostruire, di ripercorrere, di dare un'interpretazione, sospesa fra pop-culture e le stratificate opionioni degli addetti ai lavori negli anni, della genesi dell'home computing.
Che non sia un film esaltante non ne va fatta una colpa eccessiva allo sceneggiatore e al regista: parliamo di personaggi ancora vivi e vegeti, che dopo questo film hanno fatto e continuano a fare moltissimo (specialmente Steve Jobs ha accumulato un colpo di scena dopo l'altro) e di cui si potrà avere un quadro completo solo fra altri 20 anni, quando peraltro saremo in grado di valutare fino in fondo in che modo hanno cambiato le nostre esistenze.
Avendo assistito in prima persona agli eventi narrati in questo film, quando ero un ragazzino, dalla lettura di "MC Microcomputer", posso dire che il film è abbastanza fedele ai fatti, soprattutto, cerca di fornire una chiave di interpretazione al pubblico che è abbastanza diffusa fra gli informatici: Apple (e Commodore) hanno portato sul mercato quelle innovazioni, quella mentalità del computer inteso come prodotto di consumo di massa, strumento atto ad amplificare la produttività personale e stabilito un collegamento fra l'informatica e l'arte (la musica, le arti visive), Microsoft li ha diffusi in tutto il pianeta con la sue politiche commerciali e di marketing estremamente aggressive (e qualche colpo basso).
In buona parte del film vediamo Jobs e l'indimenticato Wozniak rivoluzionare un mondo di camici bianchi e monitor monocromatici, mentre il pragmatico Gates si insinua come un virus nella Apple spaccatutto dell'epoca e la divora da dentro.
Quindi "pirati" nell'accezione più radicale del termine: mentre oggi sia Apple che Microsoft sono pronti a scagliarsi con tutto il peso dei propri avvocati contro chi riproduca illegalmente i loro software, qui vediamo veri e propri furti di codice sorgente a scopo commerciale.
Chiaro che la rappresentazione è meno che completa, moltissimi sono stati gli attori in campo e tanti gli sbagli da ambo le parti, però col senno di poi non possiamo che rivedere la logica del finale, se è vero che oggi Steve Jobs ha imparato a vendere e Bill Gates vuole fare il filantropo.
In conclusione, un film interessante per chi vuol vedere rappresentati fatti ed eventi dell'era contemporanea di cui fino ad oggi aveva letto solo sui giornali.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta