Regia di Ron Howard vedi scheda film
Biopic su un eroe d'altri tempi, quel Jimmy Braddock (Crowe), pugile del New Jersey di origini irlandesi, che dopo i successi sul ring negli anni '20 fu costretto a smettere per via della frattura di una mano. La Grande Depressione lo ridusse sul lastrico ma quando arrivò la seconda occasione, Jimmy non se la lasciò scappare, agguantando il mondiale dei pesi massimi dopo una serie di incontri combattuti per disperazione e per sfamare i figli e combattendo contro ogni pronostico. L'epigrafe a inizio pellicola ci avverte che tra le tante storie avvincenti che hanno raccontato il mondo del pugilato, nessuna è bella e incredibile come quella di James J. Braddock. Ed è davvero così: il copione di Clifford Hollingsworth e la regia di Ron Howard trasformano la parabola sportiva del boxeur in un apologo sul sogno americano: negli anni della Grande Depressione, Braddock divenne l'eroe dei perdenti, il simbolo di una chance di riscatto conquistata con abnegazione, gentilezza, onestà, buone maniere, saldi principi. Con quanto, cioè, fece meritare a Braddock il soprannome di Cenerentola del pugilato, protagonista di un'epopea raccontata dall'ex ragazzo coi capelli rossi di Happy days con un occhio a Frank Capra e l'altro al botteghino.
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