Regia di Ron Howard vedi scheda film
Ron Howard si trova a suo agio in questa vicenda esemplare (e vera) di caduta e redenzione che declina per l’ennesima volta il sogno americano: il pugile Jim Braddock, finito in miseria durante la Grande Depressione, torna a combattere per caso e ottiene una serie di vittorie fino a conquistare il titolo mondiale, diventando un simbolo di riscossa per i diseredati. Gli ingredienti sono al loro posto: la morale familista (sembra Rocky ambientato negli anni ’30), gli impresari avidi di guadagni, un avversario protervo e sleale (per inciso, a quanto pare Max Baer non era il mostro che viene qui dipinto: leggo su Wikipedia che nel 1933 sconfisse, lui ebreo, il tedesco Max Schmeling e venne perciò esaltato dai giornali in funzione antinazista; magari prima o poi fanno un film anche su di lui). Tutto già visto, ma il crescendo dell’incontro decisivo riesce a commuovere davvero.
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