Regia di Ron Howard vedi scheda film
Un film realizzato con grande professionismo dall'ottimo mestierante Ron Howard, il buon vecchio Ricky Cunningham di "Happy Days", che realizza filmoni in serie spaziando da un genere all'altro come i vecchi negozi di merceria che vendevano dall'ago al cannone. La trama si segue con facilità dall'inizio alla fine, la ricostruzione storica sfiora la perfezione, ma la cosa che colpisce di più è, per così dire, metacinematografica. Si tratta della scelta del protagonista: il ruolo per cui è universalmente noto l'attore australiano (seppure neozelandese di nascita) Russell Crowe è quello del "Gladiatore" (2000) di Ridley Scott. Fargli interpretare un campione del ring sottintende la volontà di creare una similitudine tra gli antichi combattimenti gladiatori e il moderno pugilato. E, vedendo la violenza dei combattimenti sul quadrato e la spietatezza con la quale chi non era più considerato una macchina da soldi veniva emarginato dal mondo della boxe, viene da concordare con questo accostamento. In ogni caso, Crowe è bravo a dipingersi sul volto la soddisfazione, ottenuta dopo anni di umiliazioni, di essere considerato di nuovo un pugile a tutti gli effetti. (30/09/2007)
La vera storia del pugile Jim Braddock, dagli altari del Madison Square Garden alla fine degli anni Venti, alla polvere della disoccupazione durante gli anni della Grande Depressione. E poi la difficile risalita, fino alla conquista del titolo mondiale contro il terribile picchiatore Max Baer.
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