Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Discreto film
Trasposizione cinematografica di un discreto romanzo di Elena Ferrante. Storia molto travagliata di una donna, moglie e madre che all'improvviso,senza apparenti ragioni, viene abbandonata dal marito. Le sue reazioni sono di sbigottimento prima, di rabbia poi e infine si ritrova in uno stato depressivo, che rischia di travolgere lei stessa e i suoi figli.Il lavoro di Faenza non è all'altezza del racconto cui s'ispira, malgrado Marherita Buy si sforzi molto di dare credibilità al suo personaggio di donna ferita, smarrita e addirittura impotente di fronte a una deriva emotiva, che pare franarle addosso.Eppure si ha la sensazione che manchi qualcosa,forse la regia indugia troppo sulle nevrosi della protagonista, trascurando la dinamica familiare, che sottende alla vicenda e che è importante per capire il corso che prenderanno gli eventi."Il vuoto di senso" che Zingaretti marito fedigrafo ,usa per definire il suo stato emotivo e giustificare la sua fuga, non è altro che il finale telefonato di un processo psicologico cominciato molto prima, quando probabilmente ha incontrato l'altra donna.Io penso che un amore finisca, quando ne comincia un altro.Archiviare una storia sentimentale importante o fare finta che non ci sia mai stata, sembra umanamente impossibile, però succede.Farsene una ragione è difficile, ma come capita quando scompare una persona cara, si elabora il lutto e poi si ricomincia.
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