Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Sabina, doppiatrice, si scopre felicemente incinta. Il suo compagno Franco ancora non lo sa, mentre lei - anche a causa della gravidanza - comincia a porsi domande sul rimosso della sua infanzia. Vola così in America dal fratello, che le rivela gli abusi sessuali paterni su entrambi. Il padre è morto da tempo, Sabina potrebbe cominciare a elaborare il trauma, ma nel frattempo Franco ha preso a tradirla.
Superdrammone in cui le sfighe si accatastano l'una sull'altra senza posa, fino all'inevitabile (e non del tutto comprensibile/sensato) lieto fine, La bestia nel cuore è tratto da un romanzo di Cristina Comencini con una sceneggiatura della stessa autrice/regista, di Francesca Marciano e di Giulia Calenda. Per l'andamento della trama e la pesantezza delle tematiche potrebbe somigliare perfino a un revival del melodramma d'altri tempi, se nella storia non fossero presenti anche elementi leggeri e se le caratterizzazioni non fossero così vivaci; c'è comunque da rilevare che la regista ha a disposizione un buonissimo cast, composto da elementi di spicco del 'giovane' cinema italiano coevo: Giovanna Mezzogiorno (premiata a Venezia per questa interpretazione, cosa giusta), Luigi Lo Cascio, Francesca Inaudi, Alessio Boni, Giuseppe Battiston, Stefania Rocca, Valerio Binasco; in una parte laterale c'è anche Angela Finocchiaro, che per il ruolo si è aggiudicata sia il David che il Nastro d'argento. Due ore di sfighe senza posa, in ogni caso, con un argomento di fondo - la violenza sessuale di un padre sui figli - che avrebbe come minimo meritato un po' di approfondimento psicologico in più: proprio quando la materia si fa più spinosa, infatti, il film 'declina le sue responsabilità' incanalandosi sui binari del patetico, del fotoromanzesco. Un esperimento, forse, ma in tal caso non riuscito; per la Comencini non si tratterà però di un semplice passo falso: il successivo lavoro a soggetto, infatti, sarà l'ampiamente discutibile Bianco e nero (2008). 3,5/10.
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