Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Sabina (Mezzogiorno) è una bella trentenne romana che fa la doppiatrice. Convive con un marcantonio alle prime esperienze televisive come attore (Boni) e nasconde un terribile segreto: da bambina venne ripetutamente violentata dal padre pedofilo (Rinasco). Presa coscienza degli episodi rimossi, Sabina parte alla volta dell'America alla ricerca del fratello (Lo Cascio), anch'egli vittima dei medesimi abusi, per potersi liberare dal peso di questo orribile ricordo e ricominciare una vita affettivamente più limpida.
Tratto dal romanzo della stessa Cristina Comencini, La bestia nel cuore è un polpettone di impronta televisiva contagiato da una vena morbosa assolutamente gratuita. Nel film c'è di tutto: l'amore lesbico in cui è coinvolta la migliore amica della protagonista (Rocca), la messa alla berlina della banalità televisiva, il tema del tradimento e quello della maternità. Oscillando tra melodramma e commedia, flashback e flashforward, il film trova nella presenza dei comprimari i suoi momenti più felici: Giuseppe Battiston nei panni di un velleitario regista televisivo, Angela Finocchiaro in quelli di segretaria di produzione/amica, che con la sua recitazione mette in ombra tutti gli altri. Inspiegabile la coppa Volpi assegnata a Venezia a Giovanna Mezzogiorno.
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