Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Tema difficile, svolgimento scolastico con alti e bassi: La bestia nel cuore racconta un incrocio di vite apparentemente serene anche se non del tutto appagate, sulle quali però pesa un incubo rimosso. Una doppiatrice, il suo compagno attore, un trauma infantile che la memoria ha sepolto ma che riaffiora quando Sabina, la protagonista, si scopre incinta: il padre aveva abusato di lei. Per salvarsi, Sabina intraprende un viaggio nei suoi affetti. Una storia complessa, che Cristina Comencini, Francesca Marciano e Giulia Calenda hanno adattato dal romanzo omonimo della Comencini, giocata sugli andirivieni della memoria, sulla difficoltà a lasciarsi andare ai gesti dell’affetto, sul non detto e sulla necessità, a volte, di lasciarsi alle spalle l’infanzia. La regia è cauta e non accetta il rischio del genere, oscillando tra mélo e commedia, gli zoom scivolano avanti e indietro un po’ troppo, com’è eccessiva la volontà di chiudere a tutti i costi il cerchio della narrazione, di dare una sorta di “lieto fine” a ogni personaggio. Non ce n’era bisogno e i personaggi più vitali finiscono per essere quelli più sfumati: i maggiori meriti del film sono le scene con Angela Finocchiaro, una cinquantenne abbandonata dal marito che scopre un nuovo amore (una donna), che con la sua recitazione mette in ombra tutti gli altri.
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