Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Sabina, doppiatrice che ha rinunciato alle ambizioni, e Franco, attore che accetta controvoglia di recitare in una soap opera, sono giovani, si amano e pensano, con l’incertezza che è cifra del nostro tempo, al futuro. Quando scopre di aspettare un figlio, Sabina sceglie di non dire nulla a Franco: quali sono le ombre che affiorano nei suoi sogni, nelle sue improvvise angosce? Perché si costringe a un feroce faccia a faccia col fratello Daniele, scappato ad insegnare negli States, e con un passato rimosso? Come venire a patti con la “bestia” che abita il cuore? Intorno al suo dramma si muovono altri personaggi dominati a loro volta dalle proprie bestie da domare: l’amica del cuore di Sabina, Emilia, lesbica e da sempre innamorata di lei; Maria, direttrice di doppiaggio scaricata dal marito per una ragazza della stessa età della figlia; Andrea, regista insoddisfatto e frustato; Anita, giovane e spigliata attrice che seduce Franco.
Passato al Festival di Venezia, dove la brava Giovanna Mezzogiorno ha conquistato una pur discutibile Coppa Volpi, La bestia nel cuore è, prima che un film, un romanzo: e si vede. Al netto delle parti squisitamente letterarie del testo originale qui necessariamente trascurate, resta il sapore di una trasposizione poco ispirata, che sconta forse l’affetto della regista Cristina Comencini nei confronti della storia creata dalla scrittrice Comencini. Un qualche distacco maggiore, insomma, forse avrebbe giovato all’operazione, che soffre di passaggi didascalici (la scena del cimitero) ma prende quota quando sceglie la strada del melodramma puro e della tragedia familiare (la confessione). Film dolente e spesso felicemente sotto le righe, che non rinuncia a momenti quasi da commedia grazie alla partecipazione di una splendida Angela Finocchiaro che incarna il personaggio più complesso, sincero e problematico.
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