Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Un Avati, che annualmente sforna il suo onesto lavoro d'artigiano, lievemente minore: la storia è meno incisiva e meno pregna di quella nostalgia - che pure non manca, ma rimane in sottofondo - che è marchio di fabbrica delle produzioni del regista bolognese di questi anni. Ciò che più risalta da questa Seconda notte di nozze è un cast adatto alla situazione eppure sulla carta non particolarmente stellare: Albanese in un ruolo 'serio' è forse l'unico inquadrato; la Ricciarelli all'esordio da attrice (peraltro col botto: Nastro d'argento), Marcorè che viene dalla televisione ed è principalmente un comico. Il lavoro funziona, la galleria di personaggetti provinciali è quella cui Avati ci ha abituati, ma tutto rimane un po' insipido.
Alla fine della seconda guerra mondiale una vedova bolognese, con figlio adulto, si trasferisce dal fratello del marito morto in Puglia. L'uomo, da sempre segretamente innamorato di lei, è tonto ma buono. E ha due zie che dettano legge in famiglia. Si faranno le seconde nozze?
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