Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Da un racconto di un intellettuale di destra come Indro Montanelli, Roberto Rossellini trasse un film che si affermò a Venezia , e dette l'occasione a Vittorio DeSica di fornire un'interpretazione rimasta proverbiale: scatenatrice di diverse polemiche alla sua uscita, per una rappresentazione non entusiastica della Resistenza( ma visto il discorso in prefinale sulla colpevolezza passiva di chi "non" ha agito riconsidererei le cose), l'opera di Rossellini curiosamente si conclude in modo analogo all'altro vincitore ex-aequo del Leone d'Oro. Infatti, come i due soldati Gassman e Sordi muoiono con un sussulto di orgoglio (più il primo del secondo),anche per l'imbroglione impersonato da DeSica il finale inverte le prospettive, e tramuta un cialtrone in un uomo che sceglie a quale destino andare incontro. E la prova di DeSica è piena di trasporto,coinvolta, pregna di umanità sia nel mostrare le pecche del protagonista, sia nel descriverne la carica emotiva. E può darsi che a furia di interpretare un ruolo, il truffaldino entri così nella parte dell'eroe della Resistenza da andare incontro al plotone d'esecuzione con la determinazione che non gli sarebbe stata propria, ma anche il personaggio dell'ufficiale tedesco che investe il protagonista di un camuffamento-esca per far cadere in trappola il capo partigiano presente nel carcere è reso con sfaccettature tali da evidenziarne la complessità. A tutt'oggi un film comunque intenso e ben riuscito.
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"Grande Guerra" e "Generale della Rovere": che meraviglia! e che spreco, vero? pensare a due film così, nello stesso anno, con la stessa vetrina... Ancora adesso io non saprei proprio quale scegliere. Mi è piaciuto molto quello che sottolineavi, vale a dire la strana analogia fra I due lavativi-eroi o il cialtrone-eroe. Forse era finalmente finita la voglia di combattenti(di terra, di mare...)-eroi. Capisco che nel 1959 le passioni erano ancora molto brucianti, ma di fronte a questi due film tutto va rivisto solo alla luce della grandezza di questi enormi personaggi che hanno segnato l'epoca d'ora del cinema italiano.
Sono d'accordo, e probabilmente era iniziata una fase di rianalisi critico-sociologica del tragico periodo della guerra: se si considera che poco dopo uscì anche "Una vita difficile" che includeva un'altra disincantata e tuttavia molto idealista, a modo suo, versione della suddetta fase.Gli anni Sessanta cominciarono a rivedere le cose, e vista la voglia di revisionismo storico che c'è al giorno d'oggi, falsi intellettuali come Bruno Vespa, ad esempio, farebbero bene a farsi un ripassino....
Ciao
WK
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