Regia di Patrick Longchamps vedi scheda film
Oscura e tetra pellicola, dal taglio sperimentale, frutto di una coproduzione tra Italia e Belgio e rappresentante l'unico titolo diretto da Patrick Longchamps. Vera protagonista è la moglie del regista, Margot Margaret, mentre Laura Antonelli, in un ruolo dissacrante e anti-erotico, recita rigorosamente vestita.
Mentre assiste a una sanguinaria corrida, Simona (Laura Antonelli) torna con la memoria a rivivere un recente, tragico, passato: il suo incontro, su una spiaggia in Belgio, con George (Maurizio Degli Esposti), giovane studente diciottenne da lei sedotto, quindi spinto a praticare una forma distorta di sessualità, che arriva a coinvolgere anche Marcelle (Margot Margaret), vecchia conoscenza di Simona. Marcelle conduce una desolante esistenza, vivendo in un castello con un padre (Patrick Magee) tassidermista - che cerca di "vincere l'ignobile scempio della morte", ossessionato dal ricordo della defunta moglie - e uno zio (Raf Vallone) incestuoso. Il triangolo sentimentale è destinato a concludersi tragicamente, scatenando la follia omicida del severo genitore di Marcelle.
"Si può essere santi sia in modo religioso, che in modo erotico."
(Alberto Moravia - Didascalia finale)
Coproduzione tra Italia e Belgio, girata quasi interamente al Castello di Seneffe (Hainaut) e a Knokke, con scena di una corrida in Spagna, per una spericolata pellicola surrealista e sperimentale, ispirata da un romanzo di Georges Bataille (La Historia Del Ojo, 1928), portata sullo schermo dopo varie traversie, speculando sul successo di Malizia (Salvatore Samperi, 1973), opera che aveva appena reso celebre la sua protagonista. Pubblicizzato falsamente come "il primo film di Laura Antonelli" (in realtà, a partire dal 1964, già interprete di molte pellicole e "prima attrice", eccellente, nella doppia edizione Le malizie di Venere/Venere in pelliccia e ne Il merlo maschio), con un titolo che impropriamente focalizza l'attenzione sulla diva (di fatto non la vera protagonista, ben poco propensa a spogliarsi, dato che mai viene inquadrata nuda, tantomeno in abiti succinti), Simona rimane per più di un anno nel limbo. Su suggerimento dello stesso Samperi, la distribuzione rinvia l'uscita del film, destinato a circolare solo dopo l'exploit di Malizia. Patrick Longchamps (qui alla sua unica, comprensibilmente dato l'esito, regia), per scansare spiacevole pubblicità, visto il coinvolgimento in un ruolo morboso e "principale" della moglie Margot Margaret, ha optato per evitare di diffondere il lungometraggio in patria. Pare che l'aver frequentato un set di Federico Fellini per qualche giorno, abbia convinto Longchamps di poter essere in grado di emulare il maestro, così ne è uscito questo confuso pasticcio, con due eccellenti interpreti - Laura Antonelli e Patrick Magee - del tutto sprecati, al quale nemmeno una voce narrante, costretta a pronunciare frasi sibilline con ciclica cadenza sin dalle prime immagini, riesce a dare ordine, logica e senso compiuto. Carico sino alla nausea di immagini simboliche e scene surreali, teatrali e astruse (l'orgia nella cripta di famiglia), Simona finisce per essere un vero e proprio delirio anti-erotico. Figlio del suo tempo (solo negli anni Settanta poteva essere stato pensato e girato per davvero), resta impresso per le agghiaccianti psicologie malate di tutti i personaggi in scena, per il discutibile, inutile, contrasto generazionale oscenamente esposto (rappresentato dalle azioni di Simona e George, quando dopo aver deriso l'anziana madre di lei, imbrattano con uova i ritratti degli antenati o durante il baccanale nella cripta) e soprattutto per il personaggio attribuito a Laura Antonelli, costretta ad assumere atteggiamenti da insensibile virago, attuando vera e propria prevaricazione morale, nonché fisica, verso chiunque abbia la sventura di incontrarla (iniziando da George e Marcelle, proseguendo con un chierichetto, quindi con alcune guardie). A rendere ancor meno nobile il risultato, contribuisce un finale allucinante e squallido, con ripresa di una stupida corrida e di un folto pubblico animalesco, sorridente ed esaltante sul corpo insanguinato di un povero toro. La macchina da presa si sofferma, in un primo piano di cinica spietatezza, sulle lacrime della bestia morente. Un'oscura e sgradevole pellicola, che non sorprendente essere scomparsa per lungo tempo dalla circolazione (è del 2014 il recupero in dvd, della versione censurata).
Curiosità
Nel film, più volte, i protagonisti chiamano la Antonelli con il nome di Simone, mentre la voce narrante fuori campo, pronuncia talvolta Simone, talaltra "Simona".
Maurizio Degli Esposti, nel ruolo di George, è doppiato da Claudio Sorrentino, celebre voce di Koji Kabuto, protagonista del famoso cartone animato "Mazinga Z".
Citazioni
(Voice over)
"Avvinti, stravolti, stupefatti e ignari, come d'innanzi a certe maree, a certe piene inarrestabili, battuti da una lunga, estenuante, dolcissima tempesta. Un evento straordinario, unico, irripetibile, li aveva colti di sorpresa, trovandoli disarmati e innocenti. Marcelle, emergeva da un mondo desolato, pieno di incubi e paure e loro - con lei - in quel disperato e tenero abbraccio d'umanità e di natura, trovarono finalmente la liberazione, il riscatto dalle umiliazioni e dalla dannazione della carne."
"Nel momento stesso in cui si esaltava la crudele inutilità della morte, l'anima di Marcelle, unita al ricordo di George, si rimetteva a vivere in Simone (n.d.r., non Simona). Si compiva così quella sofferta comunione erotica - tanto desiderata e tanto temuta - che li liberava finalmente da quel mondo di fantasmi che aveva dato loro l'illusione della vita."
Visto censura [1]
Dal verbale della 1a revisione cinematografica, datato 19 ottobre 1973, apprendiamo che "il regista ha fatto rituale richiesta di visto censura, illustrando la tematica e le finalità del film realizzato, 'secondo il suo punto di vista', in stretta aderenza al testo letterario cui si ispira e vuole rappresentare, in forma a volte fantastica, le turbe del sesso che sono una realtà immanente nella natura dell’uomo e si dichiara, fra l'altro, disposto ad eventuali tagli."
Che Patrick Longchamps fosse disposto o meno ad accettare tagli poco importa, dato che "la Commissione, pur prendendo atto delle dichiarazioni del regista e riconoscendo un notevole impegno estetizzante nel film stesso, ritiene tuttavia, a maggioranza, che la ossessiva e prolungata descrizione dei rapporti lesbici, gli accenni ai rapporti omosessuali tra uomini, le numerose sequenze di accoppiamenti, rappresentati anche in forma orgiastica con la partecipazione di più partner, di atteggiamenti lascivi e indecenti chiaramente lesivi del buon costume, costituiscono in realtà l’oggetto prevalente del film, sì da far considerare la narrazione della storia pretestuosa alla loro stessa rappresentazione e da far considerare quindi l'intero film, nel suo complesso, lesivo del comune senso del pudore e pertanto contrario al buon costume. La Commissione ritiene, inoltre, che non è possibile procedere a tagli per la inscindibile unità del film con le numerose scene eventualmente da eliminare. Pertanto, con la predetta motivazione, esprime parere contrario alla concessione del nulla osta di proiezione in pubblico."
Il 18 gennaio 1974, una seconda revisione concede nulla osta n. 63394, con limitazione di visione ai minori di anni 18, solo dopo aver verificato l'attuazione dei seguenti tagli:
1) alleggerimento sensibile della scena in cui George, Simona e Marcelle si rotolano nudi sulla spiaggia;
2) eliminazione, nella scena del gioco dell'uovo sul ventre di Simona, dei fotogrammi in cui si vede il sesso della donna;
3) eliminazione, nella scena del chierichetto, dell'inquadratura dello stesso supino mentre viene masturbato, nonchè dell'inquadratura in cui il chierichetto mostra nel volto il godimento sessuale;
4) alleggerimento nella scena in cui Marcelle si pone sullo zio, nelle due sequenze in cui la giovane esegue il movimento coitale;
5) eliminazione, nella scena di Marcelle nuda a letto, dell'inquadratura in cui la donna si pone sopra il crocifisso.
Dal verbale allegato al nulla osta:
"Esaminati i tagli, constatato che gli stessi sono stati eseguiti in conformità delle disposizioni impartite, si dà atto che la pellicola eliminata è di m 19, che vengono repertati. La commissione, pertanto, in riforma del provvedimento di 1° grado, esprime a maggioranza parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione in pubblico con il divieto della visione per i minori degli anni 18, in quanto il film, per la scabrosità dell'argomento trattato, riguardante l'abolizione di ogni tabù al soddisfacimento del più sfrenato bisogno sessuale senza ritegno e limiti, per le scene erotiche e per il linguaggio, risulta controindicato alla particolare sensibilità di tali minori. Nel contempo, la Commissione chiede inoltre di ridurre sensibilmente anche la sequenza in cui si vede un uomo nudo che esegue un breve percorso nella sala in cui si celebra l'orgia. Il produttore dichiara di aver eseguito la detta riduzione spontaneamente in precedenza."
Metri di pellicola accertati: 2500 (91'20" in proiezione cinematografica).
Il 6 novembre 2014, in occasione del rilascio in home video del film, Simona ottiene nuovo v.c. (n. 109013). La versione è quella circolata con i tagli richiesti in occasione della prima distribuzione e il film viene derubricato, con divieto ai minori di anni 14, con la seguente motivazione:
"I segni del tempo, unitamente ai tagli effettuati, fanno cadere molte delle ragioni che a suo tempo spinsero la Commissione ad imporre il divieto agli anni 18 (diciotto). Tuttavia la delicatezza della materia trattata e la violenza di alcune scene suggeriscono di esprimere n.o. con il divieto per i minori di anni 14 (quattordici)."
NOTA
[1] Dal sito "Italia Taglia".
"Il delirio non può essere spiegato. Prima o poi irrompe nella vita di ognuno... E forse è davvero povera una vita che non sia stata spazzata via, almeno una volta, dal turbine di una crisi come questa, una vita il cui edificio non sia stato mai scosso da un terremoto, travolto da un tornado che fa volare le tegole dal tetto e, ululando, smuove per un attimo tutto ciò che la ragione e il carattere avevano tenuto in ordine."
(Sándor Márai)
OST (Fiorenzo Carpi)
F.P. 24/01/2023 - Versione visionata in lingua italiana su Amazon Prime Video (durata: 84'15")
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