Regia di Just Jaeckin vedi scheda film
Un classico dell'erotismo anni 70 (e non solo) ancora godibile sia per qualità dell'insieme oltre il patinato e il voyeurismo che per l'impatto storico/sociale. 6/7 INTERESSANTE
Sul pericoloso filo dell'erotismo d'autore Jaeckin ha costruito una carriera e un mito e Histoire d'O non è da meno, sfuggendo alle trappole del porno, per ragionare di più sulla psicologia piuttosto che sulla pura 'carne', gli istinti, la libido. Ne esce fuori una trasposizione del classico romanzo datato 1955 rivisto (inevitabilmente, forse inconsapevolmente?) dopo il terremoto dei 60. Ed è qui il mio interesse maggiore: la lettura sociologica di una storia nota di perversione sadomaso, traslata in una condizione temporale irrimediabilmente mutata. La donna al centro del racconto non è più quella figura anni 50 e anche se in piena epoca di rimpianti maschili/piccoloborghesi del bel tempo che fu, si scontra con la realtà di un rimescolamento delle tensioni sessuali. Il soggetto e l'oggetto del gioco d'eros e thanatos si confondono perdendo e/o acquistando inconsapevolmente quei contorni rivoluzionari e/o reazionari intesi alle origini. Dopo Emmanuelle (1974) con questo film si corre sullo sfondo di uno scenario unico nella storia occidentale, tanto da guadagnare dei crediti di visione oltre che l'indubbia bontà tecnica della messinscena anche per i già elencati incroci storici di costume e sociali. Dunque mettiamoci nei panni dello spettatore nel 75, molto 'post', quindi permeabile ai riflussi e ai rimpianti storici/esistenziali ma allo stesso tempo diverso dal lettore del 55, fermo restando le tematiche di perversione tipiche della noia/spleen borghese. Corinne Cléry leggendaria.
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