Regia di George Cukor vedi scheda film
Un giudice donna ascolta i racconti di Chet e Florence, che si sono presentati in tribunale decisi a divorziare: l’incontro, il matrimonio, due figli, poi le incomprensioni, le difficoltà economiche, i problemi di salute; lei ha lasciato il lavoro per la famiglia, lui lavora troppo (curioso, per un impiegato delle poste), è geloso dell’ex capufficio di lei (specialmente dopo che le lascia una grossa somma nel testamento) e patisce il confronto con il cognato benestante. Lo schema ricorda da vicino La costola di Adamo, e non c’è da stupirsi: la sceneggiatura è sempre della collaudata coppia Garson Kanin-Ruth Gordon. È una storia di ordinaria infelicità quotidiana, a metà strada fra commedia e dramma, con una tragedia (la morte del primogenito) che viene lasciata fuori campo ma che cambia tutto. Judy Holliday, lanciata come bionda svampita in Nata ieri, se la cava bene anche in un ruolo più serio e comunque surclassa il partner Aldo Ray, quasi esordiente e beneficiato addirittura di uno strillo pubblicitario dopo i titoli di coda. I dialoghi vivacissimi aiutano a nascondere il ritmo un po’ blando; le voci off dei due coniugi a volte divergono fra loro nel riferire il medesimo episodio, a volte contraddicono le stesse immagini che vediamo. Finale troppo conciliante.
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