Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film
Tratto dal romanzo autobiografico della scrittrice francese Marguerite Duras.
Anni '30. Una giovanissima collegiale francese diventa l'amante di un ricco cinese dopo un incontro del tutto casuale a bordo di una nave (nell'indocina, l'attuale Vietnam). Scambiano pochissime parole, fa da padrone il silenzio e l'interesse fisico, l'uomo è colpito dalla bellezza pulita e fresca "della ragazza" (che durante il film non viene mai chiamata per nome).
L'uomo inizia la quindicenne alla vita sessuale, ma ovviamente la loro relazione clandestina diventa bersaglio di interesse da parte della famiglia di lei che vive in un contesto povero e avido.
Il film è un gioiellino dal punto di vista erotico, le atmosfere gravide di fumo sono sempre umide e diventano un richiamo al caldo sia climatico sia fisico, l'aria appare pesante a causa del continuo brulichio delle persone che affollano stradine piccole di un paese in aumento demografico, lo spettatore a tratti ha la sensazione che manchi l'aria come se si trovasse nella situazione dei due amanti.
Povertà e erotismo la fanno da padroni. La fotografia non è male, al pari dell'ambientazione molto realistica, la trama è talvolta appesantita da una certa lentezza ritmica; si inserisce a tratti la voce narrante della protagonista che dà un tono molto poetico e romanzato al tutto, dando maggiore risalto alla scelta fotografica di mostrare sempre il paese immerso in un brulichio incessante, quasi molesto, dove il silenzio della ragazza e del taciturno amante si pone in netto contrasto.
Non è un film da premio per la regia, neppure però destinato ad una scatola di vecchie sciartapelle in cantina.
Scorre lento e poco dinamico, sicuramente più adatto ai cinefili che amano ricercatezze e pellicole rosa dal sapore drammatico.
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