Regia di Gianni Martucci vedi scheda film
L'unico elemento degno di curiosità del film è il fatto che sia stato scritto da Luca Sportelli, volto noto del cinema di genere e della commedia eroticodemenziale italiana, caratterista molto impegnato in quegli anni frenetici di cinema votato più alla quantità che alla qualità; Sportelli in tutta la sua (pur lunga) carriera mise mano soltanto a due copioni: l'altro è quello del parimenti fallimentare Alessia... un vulcano sotto la pelle (Alfredo Rizzo, 1978). Qui alla sceneggiatura collaborano il regista e Ludovica Marineo; si tratta di uno stereotipatissimo poliziesco che già dal titolo cerca (invano, si intende) di scimmiottare i lavori di 'fratelli maggiori' quali Di Leo, Lenzi o Martino. Quanto a Martucci, se il suo nome è rimasto piuttosto anonimo è facile intuire perchè: mestierante con scarsissimi mezzi a disposizione, mette in scena una storia di malavita di una banalità raggelante, peraltro priva di grandi momenti d'azione (il piatto forte, solitamente, di questo tipo di produzione) e senza neppure l'aiuto di un cast esaltante: difficile scegliere chi convinca di meno fra George Hilton, Marc Porel, Al Cliver e Guido Leontini - per tacere della particina riservata ad Anna Maria Rizzoli, curiosamente (?) impiegata nel ruolo di una prostituta, tanto per sfoggiare qualche nudo qua e là. Dignitosa - ma niente di più - la colonna sonora di Gianni Ferrio; latitano ritmo, ironia e logica. 2/10.
Pino, delinquentello siciliano, esce di galera e ripara presso lo zio milanese. Qui però scopre che sua cugina è costretta a prostituirsi per conto di un boss locale: Pino si mette contro il potente malavitoso.
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