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Amityville Horror

Regia di Andrew Douglas vedi scheda film

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La recensione su Amityville Horror

di scapigliato
8 stelle

Forse l'unico remake che vale più dell'originale. Il film di Rosenberg del '79 non era male, ma aveva un mucchio di debolezze. Il recente film di Andrew Douglas invece punta molto sull'effetto a sorpresa di cui è riempito anche esageratamente. Però va detto che è un grande divertissement, fine a se stesso ma molto divertente. Si salta davvero sulla sedia, e lo dice uno che non salta mai! Non fa davvero paura, e angoscia poco come poco angosciava il precedente del '79. Ma ti diverte, e un po' ti snerva pure. Dopotutto la guerra psicologica a cui è sottoposto il protagonista non può che colpirti. E' un film che diverte quindi, e questo va detto. Ci sono anche molto idee carine e altrettanto ben rese da una regia attenta, che comunque strizza l'occhio sia all'estetica videoclippara con cui sublimare allucinazuioni e follie varie, sia al clichè horror-contemporaneo per il quale la mdp non è per nulla un mezzo delirante che ti trascina in un incubo, ma solo uno schermo che ti mostra una storia.
Come dicevo, nonostante una regia standard, ci sono idee carine e ben realizzate. Come per esempio la sequenza della bambina sul tetto, strutturata alla Hitchcock. Anche la piccola intrusione di Padre Callaway ci è ben presentata con tutte quelle mosche e quella voce che arriva chissà dove. Anche se, e va detto pure questo, la stessa scena di quasi trent'anni fa con Rod Steiger rimane insuperabile ed è l'unico vero pregio del film di Rosenberg. Ma Philip Baker Hall, nel ruolo che fu del monumentale Rod Steiger, ha il volto giusto per quella veloce ma centrale apparizione. Infatti è attraverso la sua silenziosa disperazione che noi pubblico avvertiamo il pessimismo che sta alla base di entrambi i due film: il sogno americano che viene capovolto e distrutto, colpito in quella istituzione come la casa/famiglia che sembrerebbe essere il fondamento di tutta la moralità puritana americana. E' grazie a Padre Callaway e ai suoi occhi increduli e rassegnati che la follia di Ryan Reynolds/George Lutz e famiglia ci sembra più vera e palpabile. E va detto che Ryan Reynolds, il fisico più invidiabile di tutta Hollywood insieme a Brad Pitt, smessi i panni del commediante disimpegnato sembra poco credibile in tempi di "barbefinte" con addosso i panni di George Lutz. Ma riesce però a centrare diversi momenti, soprattutto quelli più lucidi. Non sembrerebbe avere la stoffa di un buon cattivo, e Jack Nicholson è ancora parecchio lontano con la sua ascia all'Overlook Hotel. Ma rimane un attore che piace, e che sa entrare in empatia con lo spettatore, e non è da tutti. E il film, nonostante cada in facilonerie e in paure scontate (quelle che ti fanno saltare...), rimane uno degli horror più carini dell'ultima generazione. Altro che spettri e presenze inquietanti che non si vedono, in "The Amityville Horror" 2005 c'è molta carne al fuoco, due o tre mandate di splatter, e molta più fisicità di quel che sembra. Come leggere altrimenti quel fisico perfetto di Reynolds/Lutz, sembre in bella mostra, che o è cosparso di sangue o è in preda a furia omicida fino ad una lenta corruzione/malattia, come una versione più morbosa della degradazione del sogno americano bello, pulito e vincente (il corpo di Reynolds)?

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