Regia di Dino Risi vedi scheda film
La delegazione italiana inviata a un festival cinematografico in Argentina comprende alcuni dei più tipici esponenti della fauna umana di Cinecittà: un addetto stampa cialtrone, una diva in declino, due ochette burrose, uno sceneggiatore comunista. Già al momento del loro arrivo vengono tutti presi sotto l’ala protettrice di un ricco connazionale nostalgico della patria, che non li mollerà un secondo. È un film che, se uscisse oggi (evento impensabile), verrebbe considerato un capolavoro ma che, inserito nel contesto dell’epoca d’oro della commedia italiana, è “soltanto” un buon prodotto medio. La prima parte, dominata dall’inarrestabile parlantina di Gassman, è davvero esilarante. La seconda, macchiata da qualche eccesso cartolinesco, ha due momenti malinconici: l’episodio con Nino Manfredi, che in America non ha fatto fortuna nonostante all’inizio cerchi di far credere il contrario, e l’improvviso sfumare dell’illusione matrimoniale della diva. Ammirevole Silvana Pampanini in un ruolo impietosamente autobiografico; molto bravo anche Amedeo Nazzari, che gioca con ironia sulla sua immagine ultratradizionalista.
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