Regia di Dino Risi vedi scheda film
Amarissima commedia che porta avanti il discorso sulla crisi di mezza età cominciato con il Sorpasso, che Risi girò (sempre insieme a Gassman) un paio di anni prima. Qui il protagonista è meno buffone, meno mattatore, meno epicureo del Bruno Cortona del Sorpasso, ma ugualmente perplesso - pur facendo di tutto per non ammetterlo e perfino per negarlo a sè stesso - di fronte allo scorrere invano degli anni e degli eventi, che lo vedono sempre partecipe e mai protagonista. Come invece è ai suoi occhi l'industriale interpretato da Nazzari (bravissimo in un ruolo piuttosto ironico), antitesi del fallimento materiale che è il marchio a fuoco che brucia addosso ai personaggi di Gassman e Manfredi (peraltro entrambi inappuntabili in ruoli altamente 'sordiani'). Questo è Risi al 100%: commedia amara sui difetti degli italiani e sulla loro perenne sdrammatizzazione messa in atto tramite boria, spavalderia, millanteria: il primo e l'unico ad esserne ingannato è, come sempre, il protagonista stesso.
Ad un festival del cinema argentino arriva una delegazione italiana, coordinata dal capo ufficio stampa Ravicchio. Un industriale italiano arricchitosi in sudamerica prende in simpatia i suoi connazionali e offre loro cene e feste; intanto Ravicchio incontra un suo vecchio amico trasferitosi laggiù e tira con lui delle amare conclusioni di mezza età: le loro vite sono state soltanto un fallimento, in Italia come in Argentina.
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