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Di mamma non ce n'è una sola

Regia di Alfredo Giannetti vedi scheda film

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La recensione su Di mamma non ce n'è una sola

di mm40
3 stelle

Marcello è ormai adulto, ma dipende ancora in tutto e per tutto da sua madre, la bella e nobile Elisabetta, che fa vivere il figlio nell'agio e in un'atmosfera vagamente incestuosa. Quando la donna muore, però, crolla tutto il piccolo mondo di Marcello, e non basterà l'ingresso nella sua vita di Alessandra, giovane e bella, a emanciparlo dalla ingombrante figura materna. O forse sì...


È un melodramma, di quelli strappalacrime che tanto in voga erano in quegli anni. No, è una commedia erotica, con personaggi da barzelletta e qualche nudo in verità piuttosto pretestuoso. No, anzi: si tratta di un dramma psicologico impostato sul complesso edipico di un giovane uomo, confuso e alla ricerca di sé stesso. Chissà che cos'è realmente Di mamma non ce n'è una sola – titolo che lascerebbe propendere per l'ipotesi centrale delle tre appena menzionate – e chissà cosa intendeva essere in origine questa pellicola, che vaga in qua e in là tra i generi senza approdare in maniera certa da nessuna parte. La situazione si complica ulteriormente quando si legge il cast: Lino Capolicchio, Senta Berger, Lionel Stander, Vittorio Caprioli (e Sonia Petrovna, meno nota degli altri, ma efficace e incantevole); come si fa a sbagliare un film con degli interpreti del genere? Eppure si può, anche se dietro alla macchina da presa c'è l'esperto Alfredo Giannetti e anche se si sta parlando di un soggetto di Ugo Liberatore tramutato in sceneggiatura dallo stesso regista. Anche se Armando Trovajoli compone una memorabile colonna sonora (tema dolciastro sui titoli di testa a parte), anche se il mestiere è altrettanto garantito sia per quanto riguarda la fotografia, di Alberto Spagnoli, che per il montaggio, di Renato Cinquini. Di mamma non ce n'è una sola è una pellicola sgraziata, che tenta la via del torbido-psicanalitico riuscendo addirittura ad annoiare. Peccato. 3/10.

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