Regia di Nando Cicero vedi scheda film
Questi sottoprodotti della commedia italiana a sfondo erotico erano una sorta di divagazioni proibite, delle marachelle un po' osè per il Raimondo Vianello deluso dalle esigue e ripetitive parti da attore che gli venivano proposte ed ormai trasferitosi in maniera definitiva alla sceneggiatura. Il gatto mammone segue così la scia di altre pellicole di scarso rilievo e modesto successo quali L'arbitro, La schiava io ce l'ho e tu no o L'uccello migratore, tutto pane per i denti di Buzzanca e sempre sceneggiate dall'ex spalla di Tognazzi; qui è Sandro Continenza ad affiancarlo nella scrittura e Nando Cicero, regista di qualità non spiccate, ma neppure fra i peggiori, ad assumersi la direzione del lavoro. Inutile dire che si tratta di un concentrato di luoghi comuni misogini - con tentativo di riscatto nel beffardo finale - e che di fantasia ce n'è ben poca; fra ammiccamenti e riferimenti espliciti all'atto sessuale, la storia ben presto sprofonda nel qualunquismo sessista. Unica nota di rilievo sono le musiche di Carlo Rustichelli. 2,5/10.
Industrialotto siculo di comprovata potenza sessuale non riesce a procreare l'erede. La moglie si avvilisce, lui le pensa tutte, a partire dai medici per arrivare al tradimento a scopo riproduttivo; infine si scopre che, nella coppia, quello sterile era lui e non la moglie.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta