Regia di Clyde Geronimi, Hamilton Luske, Wolfgang Reitherman vedi scheda film
In versione digitale 2K, torna nelle sale La carica dei 101, tra i film Disney meno amati da patron Walt, ma tra i più apprezzati dal pubblico. Uno degli elementi più insoliti è lo scarso numero di canzoni, tanto più strano se si considera che il “bipede” del dalmata Pongo è un compositore. Sono però questioni storiche e tecniche a farne un’opera spartiacque nella Storia della Disney. Prodotta dopo il flop di La bella addormentata, fu una produzione richiusa e dovette essere realizzata in economia. Si ricorse allora all’innovativa possibilità di trasferire direttamente sui trasparenti per l’animazione (i cel) il disegno fotografato, saltando in questo modo il processo di inchiostratura. Questo comportò un significativo risparmio (lo staff fu ridotto da 500 artisti a poco meno di 100) ed ebbe anche conseguenze estetiche, con un tratto dal segno più forte e angolare, quasi vicino a uno schizzo. La cosa è ancor più evidente negli sfondi, dove sia i colori sia i dettagli interni erano solo successivamente sovrapposti, con esito antirealistico soprattutto dal punto di vista cromatico. Forme geometriche e tenui di colore ignorano molto spesso i contorni delle figure e costruiscono un’atmosfera per certi versi astratta. Se infatti la trama, tratta dall’omonimo libro per ragazzi di Dodie Smith, è davvero molto elementare, l’animazione non è invecchiata di un giorno e conferisce un gusto ancora moderno a questo Classico Disney.
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