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Il gatto e il canarino

Regia di Radley Metzger vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il gatto e il canarino

di undying
4 stelle

Settima rilettura di un classico del thriller -in origine destinato a rappresentazione teatrale- scritto da John Willard, qui indebolito da un registro di pura commedia. Secondo tentativo fallito (dopo Little mother) di Radley Metzger, intenzionato a emanciparsi dal genere erotico.

 

locandina

Il gatto e il canarino (1978): locandina

 

1934, Inghilterra.

Nella tenuta di "Glencliff Manor", l'avvocato Allison Crosby (Wendy Hiller) ha convocato i discendenti di Cyrus West (Wilfrid Hyde-White): Annabelle, Susan, Paul, Cicily, Harry e Charlie. 

L'eccentrico milionario, scomparso nel 1914, ha infatti deciso di cedere solo vent'anni dopo tutti i suoi averi (compresa una inestimabile collana occidentale) ad uno dei fortunati eredi. L'esecuzione testamentaria si tiene in maniera eccentrica: Cyrus ha registrato due film (riuscendo anche ad abbinare il sonoro). Nel primo nomina Annabelle (la più giovane discendente). Dato però che le probabilità di un malattia mentale (radicata nella genetica della famiglia) o un delitto potrebbe con alta probabilità mettere fuori campo Annabelle (Carol Lynley), nel secondo filmato, da visionare dodici ore dopo solo in caso di profezia esatta, viene nominato il successivo erede.

Mentre infuria una temporale, a tarda sera -entrando dopo avere infranto una finestra- si presenta Hendricks (Edward Fox): è responsabile di una casa di cura mentale, dalla quale è fuggito un pericoloso maniaco che, credendosi un gatto, aggredisce e mutila le vittime con le sue enormi e lunghe unghie. Il pericoloso assassino, potrebbe essere penetrato nell'abitazione, in attesa di colpire durante la notte.

 

Edward Fox, Carol Lynley

Il gatto e il canarino (1978): Edward Fox, Carol Lynley

 

"Buona sera, sanguisughe, prendete i vostri posti.

Come sapete, sono Cyrus West.

Prima di tutto lasciate che ve lo dica: siete tutti un gruppo di bastardi. Oh, lo so, conosco la gente dal quale siete venuti. Sono tutti un gruppo di bastardi, sì: i vostri padri, le vostre madri, gli zii, le zie, i nipoti, le nipoti; i vostri figli, le figlie, per non parlare del carico di cugini. Tutti un gruppo di bastardi, tranne ovviamente Mew-Mew e forse uno o due altri.

Forse sono il più grande bastardo di tutti voi, per avervi condotto qui questa notte, così distante in futuro, mentre io sono tranquillamente seduto a contemplare l'interazione di voi parassiti.

Ora, ho chiesto alla signora Pleasant - che mi ha promesso che non sarebbe morta, come sono stato abbastanza sciocco da fare - di preparare per voi la stessa cena che sta preparando a me questa sera..." (Cyrus West interagisce con gli aspirati eredi a distanza di tempo, tramite un filmato in bianco e nero)

 

Honor Blackman, Peter McEnery

Il gatto e il canarino (1978): Honor Blackman, Peter McEnery

 

Per la settima volta un interessante racconto di John Willard, concepito nel 1922 e originalmente nato come opera teatrale, viene rielaborato sottoforma di film. Dopo una prima (inarrivabile) versione datata 1927 (Il castello degli spettri, Paul Leni), nel 1930 lo stesso Willard, al fianco di Rupert Julian, gira The cat creeps (inedito in Italia). Nel 1939 Elliot Nugent ripropone la storia ne Il fantasma di mezzanotte. Ritroveremo i soliti personaggi di Willard, in un episodio della serie televisiva Dow hour of great mysteries (1960), mentre l'anno seguente, ricompaiono nel film svedese Katten och kanariefågeln di Jan Molander. Quindi, Willard è ancora ospite in un episodio della serie spagnola Teatro de misterio (1970), fino ad arrivare a Radley Metzger, qui al secondo tentativo (dopo Little mother) di emanciparsi dal cinema erotico.

Metzger, fedele al testo originale, gira un'elegante pellicola, non priva di risvolti puramente ironici. Gli attori, tutti perfettamente in ruolo, si muovono in scenografie accuratamente realizzate. Ma proprio questo aspetto patinato, abbinato alla scelta di lasciare il thriller in sottofondo (per poi farlo emergere solo nei dieci minuti conclusivi) è quello che rende Il gatto e il canarino un'opera convenzionale e priva di ritmo.

Come dimostra, sul finale, l'unica scena veramente interessante e carica di phatos -nella quale Annabelle (Carol Lynley) sta per essere torturata da Hendricks- Metzger sta evidentemente affrontando (professionalmente) un racconto che non gli appartiene. Il gatto e il canarino di fatto rappresenta nella filmografia del regista un'eccezione, "di genere", poco riuscita.

 

Curiosità

Incredibilmente, il manifesto dell'edizione italiana dichiara il falso: attribuisce, per motivazioni promozionali, ad Agatha Christie la paternità del soggetto.

 

Carol Lynley

Il gatto e il canarino (1978): Carol Lynley

 

"Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali." (Hodding Carter)

 

F.P. 16/02/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 102'03")

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