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Licantropia

Regia di Grant Harveey vedi scheda film

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La recensione su Licantropia

di scapigliato
8 stelle

"Ginger Snaps" è un horror seriale anticonvenzionale fin dal primo episodio. Questo, che è il terzo capitolo, ne è però il prequel, o forse anche un equel visto che la vicenda è praticamente simile al primo film del 2000. Le due sorelle Fitzgerald affrontano la propria crescita e il proprio inserimento nella società attraverso l'iniziazione licantropica. Questo fin dal primo film diretto da Fawcett. In quello di Harveey la maledizione licantropica invece avvolge un discorso più generale, quello della convivenza tra uomini e il conseguente gioco di ruoli e di poteri. Si perdono alcune idee forti dell'originale, come l'ambiguità e la carica sessuale tipica degli uomini lupo, anche se ogni tanto un pizzico di morbosità lo troviamo anche in questo terzo capitolo. Oppure non c'è traccia del discorso della crescita, o meglio viene criptato e passa inosservato. Nel primo film infatti la vita scolastica delle due sorelle imponeva il confronto con la loro crescita in relazione all'ambiente sociale, mentre invece in uno sperduto fortino tra i boschi c'è poco da relazionarsi con i pari d'età. Piuttosto, i fanatici che lo popolano sono l'allegoria di ben più potenti uomini di potere contemporanei, accecati dalla loro sete personale che trova forza e un'infelice giustificazione in un fondamentalismo religioso-patriottico autodistruttivo e per nulla etico od umano o cristiano. Il prete è infatti lo specchio di quel cieco puritanesimo che ha fondato buona parte dei movimenti religiosi americani, il tenente è l'irriducibile sostenitore della violenza militare, e gli altri sono tutti dei loro burattini. I lupi mannari invece non sono poi così cattivi se non per la loro natura vorace e incontrollabile. Anche il bravo Nathaniel Arcand, incarna l'indiano poco loquace, ma pieno di fascino tribale, che porta all'interno della pellicola il mondo "naturale", e quindi un attimino migliore di quello civile costruito tra le mura del fortino. Un Western Horror quindi, che con una buona regia piena di idee terrorizzanti più efficaci di quelle dei fantasmi ad occhi a mandorla (che ho sempre mal digerito) passa dalla carnalità dell'horror ad un paphlet contro la politica più becera e una società civile che poi veramente civile non è, sempre com'è tradizione del miglior horror.

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