Regia di Dario Argento vedi scheda film
L’opera seconda del (l’ex) maestro dell’horror all’italiana, riflette in pieno la capacità, del regista romano, del creare il giusto connubio tra inquadrature, fotografia e musica, curata in modo meticolosamente infallibile dal maestro, premio Oscar, Ennio Morricone. Da un imponente laboratorio di genetica, vengono rubati dei documenti che esplicano la composizione genetica della predisposizione alla delinquenza, nell’essere umano, una serie di omicidi ad esso collegati e nove possibili piste da seguire. L’Argento di vecchia data è uno sceneggiatore fatto e completo, getta le basi per una trama solida e coinvolgente e la affida ad un cast di attori capaci che dirige abilmente. Il risultato è più che buono, uno dei film migliori del regista che, ad inizio carriera, incasella diversi film dal grande potenziale visivo, in un crescendo di sensazioni che solo lui è in grado di mettere in atto utilizzando una cinepresa. Se il film precedente (L’uccello dalle piume di cristallo) non è poi estremamente entusiasmante, questa pellicola, dei primi anni settanta, è da considerarsi il degno biglietto da visita per il Dario Argento che sarà e che ormai sarebbe il caso di dire che fu (?).
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