Regia di Dario Argento vedi scheda film
La seonda fatica per il cinema di Dario Argento rappresenta come evidenziato nella scheda qui sopra un piccolo passo indietro, intendiamoci il film è un bel giallo in linea con le atmosfere inquietanti di "L'uccello dalle piume di cristallo" e tiene lo spettatore sulle spine senza sconfinare nel campo del sovrannaturale o dello splatter più efferato, ma la sceneggiatura qua e la sembra un pò frettolosa nella sua stesura ed alcuni personaggi che dovevano obbligatoriamente essere più cesellati rimangono troppo sullo sfondo: mi riferisco in particolare alla Spaak alquanto imbalsamata forse proprio perchè il suo personaggio non fu ben scritto e soprattutto all'assassino, psicopatico al punto giusto ma con pochissimo screen time fino al momento in cui viene smascherato.
La coppia Malden-Franciscus invece funziona molto bene a mio avviso, rispettivamente nel ruolo dell'enigmista cieco ed il giornalista che unendo le loro forze cercano di scoprire quali inquietanti segreti si celano all'interno dell'istituto di ricerca Terzi dove è stata scoperta una catena cromosomica che caratterizza i delinquenti, i soggetti violenti e gli assassini.
"Il gatto a nove code" è comunque un film godibile ed importante nella carriera di Argento, soprattutto per il consolidamento del suo stile di regista virtuoso già ben delineato al secondo film.
La scoperta dei Goblin per il contributo musicale rappresenta un'altro punto fermo nel cinema di Argento, essenziale per la sua crescita artistica verso la realizzazione dei suoi lavori più acclamati e riusciti "Profondo Rosso" e "Suspiria".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta