Regia di Angelo Pann vedi scheda film
Film di cui si auspica un recupero in blu ray restaurato in 4K e numerosi extra!!!
A conclusione di una carriera a dir poco sciagurata, il folignese Angelo "Elo" Pannacciò (1923-2001), accantonato il porno, tentò la strada del cinema nazional-popolare inserendosi nel genere "spiaggerello", tornato prepotentemente in voga a partire dal 1982 con il vanziniano "Sapore di Mare" ambientato negli anni sessanta.
Dopo aver clonato l'archetipo in quel di Gabicce Mare con l'ultrascombicchierato "Stesso mare stessa spiaggia" (1983), consacrato all'unanimità come il film più brutto del filone, il compianto cineasta umbro, con un'ambientazione questa volta coeva al girato, propone nella confinante Cattolica una pellicola dove, almeno secondo le intenzioni, l'amore e i buoni sentimenti trionferebbero comunque, dovunque e a qualsiasi età.
Una serie di siparietti, tutti piuttosto casti, al fine di indirizzare il prodotto anche al mercato televisivo, nei quali si succedono i più scontati stereotipi dell'"italietta" in vacanza, tornata ad assaporare un po' di benessere nel rinato "boom economico" (vero? fasullo? non sta a noi dirlo) dei "formidabili" anni ottanta. Un'Italia che, per darsi una veste cosmopolita, iniziava a importare e a scimmiottare, spesso acriticamente, abitudini e passatempi tipicamente americani (la ginnastica aerobica, i corsi di windsurf), senza minimamente curarsi di sconfinare nel ridicolo involontario, tra allievi dai fisici non propriamente adamitici e insegnanti a dir poco improvvisati, accentuando un innato provincialismo di fondo.
La trama, eufemisticamente risaputa, prevede la classica accoppiata di vitelloni che si dirige in Riviera Romagnola per far incetta di turiste straniere; l'arrivo di un pullman di studentesse di una scuola alberghiera, darà vita ai tanto attesi amorazzi estivi.
Desolante nella messa in scena, dominato dal più assoluto dilettantismo, il film non riesce nemmeno a funzionare come operazione nostalgica per coloro i quali, al pari del sottoscritto, hanno trascorso e vissuto in quegli anni e nei luoghi del girato le proprie vacanze estive. Romanticismo da "Baci Perugina"; clamorosi buchi di sceneggiatura (se così possiamo definirla); montaggio folle a cura del "famigerato" Vanio Amici (lavorò abitualmente con Ninì Grassia, vi lascio immaginare!!), con stacchi improvvisi e stranianti tra una scena all'altra; inquadrature men che amatoriali (sembra di assistere alla proiezione di certi filmini in superotto con i cuginetti in vacanza!).
Sul versante interpretativo, accanto a giovani carneadi dalla recitazione terribile, fortunatamente mai più rivisti (anche se qualche pulzella mi è parsa caruccia), si muovono penosamente i "pesi massimi" del cinema italiano Franco Diogene e Luciana Turina, recuperati dal precedente "Stesso Mare Stessa Spiaggia". Nel rivestire i rispettivi ruoli dell'albergatore "Diogenio" (sic!) e di Luciana (che fantasia!!) un'improbabile maestra di danza accompagnatrice delle ragazze, entrambi evidenziano il proprio imbarazzo a recitare il "non copione" pannacciano; i continui "...bene, bene!", "...certo, certo!" e "...giusto! giusto!", si alternano a soluzioni improvvisate in maniera talmente pietosa da risultare persino indegne della peggior recita da asilo infantile. Vedasi al riguardo il ricevimento in albergo dei due protagonisti da parte del Diogene, il quale, non sapendo nè cosa dire, nè come andare avanti, ripete a raffica e a sproposito motti e proverbi di rara idiozia (praticamente le prime scempiaggini che gli vengono in mente!); l'invito della Turina rivolto a una fanciulla della scuola di nome Silvia, scoperta in atteggiamenti non esattamente platonici con uno dei protagonisti, a comportarsi come una ragazza "posata" (cosa??!!); lo scambio di bigliettini nel finale tra i nostri due grassoni con il Diogene che si rivolge alla Turina con l'appellativo "...la mia farfalla!" (non direi proprio!) e lei che gli risponde "...alla mia foca gemella!" (roba da puro sculto!!). Da antologia del trash la "downhill" della Turina in bicicletta sulle strade di Gabicce Monte, con la poveretta talmente goffa da lasciar presagire di dover cadere rovinosamente da un momento all'altro.
Inutile e strampalato il personaggio della vetusta Nerina Montagnani nella parte della nonna dell'albergatore Diogenio, con la nipote Valentina, che le tiene compagnia raccontando barzellette agghiaccianti che non fanno ridere nessuno. Ne riveste il relativo ruolo Elizabeth Tulin (al secolo Elena Fusco), compagna all'epoca del Pannacciò e abituale musa del suo ultimo periodo di exploitations e pornazzi (ancorchè mai formalmente impegnata in scene esplicite), che qui vediamo anche in qualità di aiuto-regista.
Tra alcuni storici personaggi dell'azienda turistica di Cattolica, puntualmente riconosciuti da attenti recensori, segnalo la presenza di certo "Gazzima" (chi era mai costui?), animatore vestito da clown che nessuno si fila e che rimane scolpito come quintessenza di demenzialità a imitazione povera (il che è tutto dire!) di Jimmy il Fenomeno quando ci deliziava con l'interpretazione del "portachiavi" al "Drive In".
Apprendo dai titoli di coda la partecipazione anche del tal Michele Falzone, agghindato con tanto di frac, nel ruolo assurdo di un violinista da ristorante che dopo due sole note stonate di numero chiede subito l'òbolo ai malcapitati avventori. Esilarante non vi pare? Neanche Buster Keaton sarebbe arrivato a tanto!!!.
Per accontentare tutti i palati, memori del recente "Tempo delle Mele", si innesta anche una storiellina tra due tredicenni fatta di stucchevoli abbracci e innocenti bacetti. Da ricordare uno scambio di saluti ultratrash tra i due piccioncini con lei che si congeda, dopo alcuni assurdi passi di danza, con un "Ciao John Travolta!" e lui che le risponde "Ciao Jennifer Beals!" (che carini!!!).
Condiscono il tutto, brani italo-danzerecci dell'epoca, nonchè il tormentone "Mare amore, amore al mare" firmato dal "mitico" Paolo Ormi, abitual sodale di Gianni Boncompagni e futuro compositore di quell'istigazione alla pedofilia che fu la trasmissione "Non è la Rai!", che a riproporla oggi penso si finirebbe tutti dietro le sbarre!.
Di limitatissima distribuzione e subito scomparso dalla circolazione (chissà come mai?), auspichiamo di codesto "capolavoro" un recupero in blu-ray con restauro in 4K e numerosi extra!!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta