Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Il film di per sé non sarebbe male: è spigliato, ricco di idee, e non ha punti morti. Quello che mi è un po' difficile da mandar giù è l'eccessivo pessimismo nella rappresentazione delle persone. Tutti hanno crimini nascosti, perversioni varie, piccinerie a non finire, miserie umane assortite. E tutto questo male viene banalizzato nella rappresentazione. I due protagonisti finiscono per essere patetici e sgradevoli nella loro meschinità, avidità e goffaggine. Insomma, chi si salva tra tutti i molti personaggi? Nessuno. Fan tutti schifo a modo loro. Io capisco la satira, la critica dei comportamenti sbagliati, la critica sociale (con molti stereotipi di sinistra), ma qui siamo di fronte ad una miscela un po' troppo concentrata di cinismo sorridente e menefreghista. Non mancano i particolari volutamente macabri e sgradevoli: il gatto morto e putrefatto sempre davanti agli occhi, l'omosessuale brutalizzato da decine di coltellate, il suo cadavere colpito dai proiettili, le polpette con le formiche morte avvelenate, Tognazzi coi bigodini,... Insomma c'è un certo gusto per lo schifoso e lo sgradevole, non estraneo al cinema degli anni 70. Correggendo un po' il tiro, si poteva costruire una bella satira sull'avidità umana e su tutte le macchinazioni che si metton in piedi per ottenere quella grana che deluderà subito dopo averla stretta in mano. Tognazzi, che fu grande attore, qui è piuttosto antipatico ed esagitato. Si salvano le belle musiche di Ennio Morricone e il bel volto di Dalila di Lazzaro, qui nei suoi anni d'oro. Comencini Comencini, il tuo Pinocchio e tanti altri tuoi film erano molto, molto più belli e appetibili di questo.
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