Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Chi ha ucciso il gatto di Amedeo (Tognazzi, sguardo saettante e bigodini in testa) e Ofelia (Melato, capace di passare dal ruolo di zitella a quello di seduttrice), i due fratelli-coltelli in bolletta, eredi di un palazzo nobiliare nel centro di Roma, per il quale hanno ricevuto un'offerta ingentissima a condizione che l'intero stabile sia sgomberato dalla presenza degli inquilini che lo abitano? È intorno alla ricerca del presunto assassino del quadrupede (con un paio di delitti che ne seguono) che si snoda questa commedia gialla che sembra uscita dalla penna di Fruttero e Lucentini (il soggetto, in realtà, è un vecchio progetto di Rodolfo Sonego) e che spinge sul pedale del grottesco in una girandola di situazioni assurde e di personaggi improbabili. Per questa via, il film di Comencini sembra volersi stabilire sulla strada della farsa, tornando in carreggiata quando il racconto si fa occasione per qualche frecciata velenosa indirizzata ai tanti piccoli borghesi dei quali i due diabolici fratelli scoprono gli altarini.
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