Regia di Pietro Reggiani vedi scheda film
Per dire della tragica situazione del nostro cinema (produzione ai minimi storici e una distribuzione che non riesce e non vuole filtrare il nuovo) ecco un bell'esempio: L'estate di mio fratello, esordio nel lungometraggio di Pietro Reggiani, vincitore del Bergamo Film Meeting 2005 e apprezzato in mezzo mondo in festival e rassegne, ha dovuto aspettare due anni esatti per vedere la luce di qualche sala. E badate bene: non grazie a una distribuzione tradizionale, ma per i meriti dell'Associazione SelfCinema (vedi anche scheda di Le ferie di Licu). Ora che è in giro, non lasciatevelo scappare, perché Reggiani costruisce attorno a un bambino una vicenda ai limiti dell'horror intimista, che ricorda un vecchio e bel film di Robert Mulligan, Chi è l'altro? Contrappuntato da un uso intelligente e funzionale di brani classici, si muove nell'Italia d'inizio anni 70, quando - durante l'estate - la famiglia di Sergio si trasferisce in campagna per decidere se tenere o meno il bambino o la bambina che la madre del ragazzino porta in grembo. Un grembo che si materializzerà nelle fantasie di Sergio, nelle sue proiezioni d?amore. Un film geometricamente perfetto.
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