Regia di Dacia Maraini vedi scheda film
Una coppia borghese siciliana vive in modo sufficientemente agiato grazie all’agrumeto di proprietà. Lui sta tentando di scrivere un romanzo, lei per spronarlo lo rifiuta a letto finchè non si sarà dato da fare con il libro. Ma la situazione di stallo sta per prendere una piega drammatica.
Per essere l’esordio e l’unica sua regia – quantomeno a soggetto, poiché in seguito girerà un paio di documentari –, Dacia Maraini qui dimostra buona propensione verso lo strumento cinematografico, sebbene sia chiarissima e in certi momenti limitante la sua provenienza dall’ambiente letterario. Si intende dire, nello specifico, che appaiono evidenti sia la forte preminenza dei dialoghi sull’azione che una certa estetizzazione della messa in scena, il che depone comunque a favore delle alte ambizioni di partenza da parte della scrittrice ‘prestata’ al cinema. Un prestito, si diceva, redditizio, così come quello che Alberto Moravia, compagno nella vita della Maraini, concede per il film lasciando adattare alla stessa regista, in forma di sceneggiatura, il suo romanzo eponimo. Va riscontrato un lieve ritardo rispetto al Sessantotto nel trattare la contestazione giovanile, tematica che comunque rimane in secondo piano nella pellicola rispetto al dissidio sentimental-nevrotico-carnale che attanaglia i due protagonisti centrali, intepretati da un ottimo Tomas Milian e da una meno convincente Macha Meril. Da segnalare il debutto sul set, in una parte minore, di un giovanissimo Luigi Maria Burruano. Collezione di temi pop-rock-beat, pur senza hit epocali, per la gradevole colonna sonora. 5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta