Regia di Dacia Maraini vedi scheda film
Prima e unica prova da regista di Dacia Maraini, L'amore coniugale che fonde un romanzo breve di Moravia con i ricordi vissuti dalla Maraini stessa in una villa di Bagheria,,è "meno peggio" di quanto si sarebbe potuto supporre (non per mancanza di fiducia, ma proprio perchè il cinema non è improvvisazione, e si sa che senza un pò di mestiere alle spalle, il fallimento è quasi inevitabile). Il risulto invece è certamente modesto, ma interessante proprio perchè la neoregista non pecca di presunzione, evita civetterie sperimentali e rimane decisamente aderente a una narrazione "tradizionale" priva di compiacimenti underground (non dimentichiamo che il film è dei primi anni '70 e che l'eccesso di sperimentalismo si sprecava soprattutto nei debuti "impegnati"),.
La Maraini immerge il tema (la storia è quella di uno scrittore intento a buttar giù un romanzo sulla vita coniugale in una villa siciliana, il cui agrumeto fa gola agli speculatori edilizi, che dopo aver scoperto il tradimento "reale" della, moglie brucia il romanzo senza terminarlo e lascia la Sicilia per tornarsene definitivamente a Roma) in un panorama siciliano molto pertinente,e di insolità, acidula vivacità. Nonostante certe lentezze, qualche pesantezza narrativa e un clima che a tratti scivola nel "languoroso", il film si lascia dunque vedere senza troppa fatica ma( ma anche senza sucitare particolari entusiasmi).. Merito ovviamente anche degli interpreti,soprattutto Macha Meril, ma anche di un Tomas Milian molto preciso e misurato.
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