Regia di Riccardo Sesani vedi scheda film
Un giovane violoncellista romagnolo, timido e ingenuo, si trasferisce a Roma per fare carriera. L'impatto con la città però sarà più duro del previsto, sin da subito.
Classe 1949, per il riminese Riccardo Sesani questa è la prima regia, dopo qualche anno di apprendistato come aiutante principalmente di Damiano Damiani; il Nostro firma anche la sceneggiatura, insieme a Franco Rossetti e Bruno Cortini, e tutto lascerebbe pensare a una storia un minimo autobiografica: il giovane aspirante artista romagnolo che si affaccia sulla grande città in cerca di fortuna e viene a contatto con storture e brutture di un mondo in cui non riesce più a riconoscersi, distante anni luce dalla placida e rassicurante provincia. Eppure le buone intenzioni finiscono prestissimo, in questa pellicola: per la precisione già alla prima sequenza, che vede il protagonista approcciato sessualmente da una donna matura – che ritroveremo in seguito nello svolgimento, naturalmente – sul treno che lo sta portando nella Capitale; tutto troppo macchiettistico e in odore di commedia pecoreccia, con tanto di accessi di maschilismo malamente mascherato da femminismo (una donna spiega che vendere il proprio corpo a un uomo per fare carriera è in realtà prostituzione da parte dell'uomo – inutile indagare tanto sulla logica di ragionamenti simili). La strada sembra insomma spianata per il successivo lavoro di Sesani, Buona come il pane (1982), dichiaratamente ridanciano e senza i mezzi toni che qui a tratti balenano; nel cast: Leonard Mann, Adriana Asti, Rena Niehaus, Mario Scaccia e due caratteristi eccellenti quali Umberto Raho e, soprattutto, Gigi Ballista. La colonna sonora sontuosa e puntuale di Manuel De Sica avrebbe meritato, se non di meglio, almeno un altro tipo di pellicola. 3/10.
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