Regia di Harmony Korine vedi scheda film
"Caro mondo,
sono confuso dalle oscure elucubrazioni del mio cervello:
ho cercato...ho cercato in tutti i modi di farcela...
in questo schifoso mondo,
ma credo che il primo errore sia stato quello di nascere.
Non ho nessun senso di colpa per il mio suicidio.
Ho provato alla vostra maniera....
Ho sempre lavorato da quando avevo tredici anni.
Lavorare per vivere non è mai stato un problema per me....
Il problema è che sono circondato dall'oscurità...
è buio....è buio...
Ora mi punto la pistola alla testa e sparo...."
Il mondo è davvero schifoso in questa America dell'immondizia e della sporcizia, della crudeltà su propri simili o peggio su animali fino a poco tempo prima (o altrove) ritenuti domestici e invece qui uccisi crudelmente e venduti a ristoranti come carne commestibile.
Un orrore che ha le sue radici nella vita a suo modo placida e rilassata di un gruppo di teenagers che, a casaccio e senza un preciso canovaccio di sceneggiatura - come ormai abbiamo imparato a riconoscere procedendo a ritroso nella carriera (notevole, lo imparo solo ora!) di Harmony Korine -riempiono con le loro azioni, le loro parole, le loro follie , uno dei primi lavori dell'ormai celebre ed anticonformista cineasta.
Si fa presto e si rischia di scadere nei soliti luoghi comuni abusati a parlare di giungla metropolitana: ma i protagonisti inquietanti, sballati, maniaci e violenti di Korine, figli dei rifiuti più che di altri esseri umani, sono stati trasformati in belve senza ritegno, abbruttite ed irrecuperabili. Nella casa da incubo di uno dei protagonisti, il ragazzino smunto con la faccia aguzza da roditore, se solo sposti un quadro ecco che fuoriescono bacarozzi ovunque; le pareti ed i suppellettili sono colmi di stracci e vestiario sbattuti ovunque. Indimenticabile la scena del bagno del mingherlino nella vasca con l'acqua marrone, mentre la madre sopraggiunge tranquilla portando un piatto vomitevole di spaghetti e ketchup che il "roditore" trangugia alternando una barretta di torrone, mentre il genitore come se nulla fosse gli passa contemporaneamente lo shampoo sui luridi capelli unti. Una situazione fantastica, agghiacciante e rivoltante, che resta nella mente probabilmente per sempre, e che rende perfettamente l'idea della perversione e della sporcizia non solo fisica, ma pure morale in cui è caduta senza possibilità di recupero la popolazione dello Stato più progredito del nostro pianeta. Ma il film nel suo complesso, nel suo disordine caotico e quasi casuale, è pieno di momenti forti ed indimenticabili: come quel ragazzino in apertura con le grandi orecchie rosa da coniglio che vaga senza meta tra accumuli di squallore e residui di una civiltà che consuma, distrugge lasciando dietro di sè il vuoto o un'immondizia irrecuperabile, impossibile da riciclare. Siamo ormai certi che tale bizzarro individuo altri non sia se non il fratellino - ora ormai possiamo riconoscerlo - delle conigliette assassine in passamontagna rosa, bikini e mitra, del recente e non meno inquietante Spring Breakers.
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