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King Kong

Regia di Peter Jackson vedi scheda film

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La recensione su King Kong

di AndrewTelevision01
8 stelle

scena

King Kong (2005): scena

Dopo l’acclamata conclusione della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, il regista e cineasta neozelandese Peter Jackson dirige, scrive e co-produce un adattamento più che contemporaneo del giant monster più famoso degli ultimi novant’anni.

Peter Jackson

King Kong (2005): Peter Jackson

Per la produzione vengono stanziati circa 200 milioni di dollari di budget ma il film riesce ad incassarne quattro volte e mezzo in più se si considerano le esplosive vendite in home video dell’epoca. Lo stile di Jackson, precedentemente ricordato per la peculiarità eccentrica, volgare, splatter, squisitamente post-punk (“Bad Taste”, “Meet the Feebles”, “Splatters”) in seguito maturata con pellicole quali “Creature dal cielo” del ’94, il docufilm “Forgotten Silver” del ’95 e la già citata trilogia di tolkieniana memoria iniziata e conclusa nei primi anni 2000, ha un suo risvolto prevalentemente positivo e mette ancora una volta in gioco le capacità eccezionali del regista di poter gestire non solo un kolossal come si deve, ma un remake di un kolossal. Tutt’oggi “remake” è diventato un sinonimo negativo all’interno del vasto circuito cinematografico, proprio perché le recenti produzioni filmiche altro non propongono che la smitizzazione di un certo tipo di fiabe, come possono essere i classici disneyani ridotti a mere macchiette su schermo per via dei live-action contemporanei (es. “La Sirenetta”) o anche il tentativo di osare di riscrivere la storia del film di riferimento fallendo miseramente, e un esempio italiano potrebbe essere “Dracula 3D” di Dario Argento.

Naomi Watts

King Kong (2005): Naomi Watts

Tutto ciò ha un altro significato se messo in mano a Peter Jackson, che con la trilogia de “Il Signore degli Anelli” aveva dato dignità al rapporto cinematografico dell’opera di Tolkien, la quale sino a quel momento aveva avuto un vero e proprio exploit nell’underground dell’animazione americana con la riduzione di Ralph Bakshi del 1978, riduzione che si risolve a suo malgrado nell’incompiutezza della sceneggiatura. Nella pellicola di Jackson ci troviamo a che fare con la riproposizione del primo lungometraggio a tema King Kong, ovvero quello del ’33: un regista indipendente parte con la sua troupe per una spedizione e finisce per girare un documentario nella sconosciuta Skull Island, un’isola indonesiana, con la speranza di poter risollevare la propria carriera cinematografica. Qui, però, incombe un terribile pericolo ovvero sia il centenario scimmione King Kong, che sin da subito inizia ad avere un’intesa con l’attrice vaudeville Ann.

Jack Black, Adrien Brody

King Kong (2005): Jack Black, Adrien Brody

Jackson permette al giant monster di avere una propria versione cinematografica da tre ore e, nonostante l’apparente stucchevolezza per i nostalgici della saga, il regista gestisce perfettamente i tempi riportati caratterizzando eccellentemente ciascun personaggio, che sia il caotico regista Carl Denham, interpretato da Jack Black, il misterioso sceneggiatore Jack Driscoll interpretato da Adrien Brody o l’avventuriera attrice Ann Darrow interpretata da Naomi Watts. E come ogni film di Jackson che si rispetti vi è un amore per la resa delle ambientazioni, che qui vengono amalgamate dalla solidità della trama e dagli ottimi tocchi di direzione della fotografia, questa realizzata da Andrew Lesnie, noto per le sue collaborazioni con Jackson.

 

scena

King Kong (2005): scena

La pellicola dunque si avvale di prestigiosi effetti speciali che riescono a mantenere alta la prova del tempo. Nonostante il film abbia poco meno di vent’anni va riconosciuta la potenza visiva che si mangia tranquillamente i blockbuster americani degli ultimi quindici anni, quelli dediti unicamente agli incassi. Invece il film di Jackson dimostra che arte e commercio talvolta possano andare a braccetto senza problemi, proponendo un cast imperiale che vanta un iconico Jack Black, una strepitosa Naomi Watts, un monumentale Adrien Brody e ovviamente un immersivo Andy Serkis, già noto per il ruolo in CGI Gollum e che qui ha un’ulteriore rivalsa sul grande schermo, cosa che accadrà successivamente con il cult di Guillermo del Toro “Il labirinto del fauno”, uscito nel 2006.

Naomi Watts

King Kong (2005): Naomi Watts

Il senso d’avventura, l’inquietudine, il mistero e la sopravvivenza sono le parole chiave per iniziare a guardare un’opera strabiliante come “King Kong” di Peter Jackson.

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