Regia di Johnnie To vedi scheda film
Inventiva e puerilità a braccetto. Inizio e finale da incorniciare con in mezzo tante banalità. Da standing ovation il piano sequenza d’incipit, indirizzato poi verso una frenetica citazione di “Heat” di Michael Mann (la sparatoria in mezzo al traffico); in seguito, purtroppo, subentra il messaggio socio-psicologico della sovraesposizione massmediatica, tratteggiato in maniera a dir poco elementare, mentre il determinismo polar ha toni decisamente sfasati all'interno dell’appartamento degli ostaggi (improponibili gli episodi dei compiti della bimba e del pranzo). La pellicola ridecolla con il caotico assedio finale negli stretti corridoi del palazzo (omaggio al “Leon” di Besson), e con alcune soluzioni di grande effetto nel finale (melvilliano), come rintracciare il rapinatore tramite il sonoro del cellulare rimasto acceso, e l'estremo scambio di missione fra i due malviventi. In complesso un film squinternato (ad un preciso utilizzo della colonna sonora, fa da contraltare l'inesistente spessore dei personaggi), il quale fra alti e bassi merita un voto buono per la potente regia di Johnny To, uno che, nonostante gli esigui mezzi, sa piazzare mdp e creare action come pochi al giorno d'oggi.
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