Regia di Carlo Arturo Sigon vedi scheda film
Il film di Sigon, che ha diretto tra l’altro Dustin Hoffman, ha un po’ di mestiere e di idee carine soprattutto nel taglio delle luci e in alcune inquadrature che fanno molto “noir”. “La Cura del Gorilla”, che più che un vero e proprio noir è uno spaghetti-noir con tutto ciò che il termine spaghetti comporta in termini di linguaggio, stile e registro ironico e sarcastico nato con la deformazione dei western americani, non regge il confronto con il panaroma letterario italiano che ha riportato in voga il genere nero-poliziesco. Purtroppo ad amplificare le incertezze linguistiche del film, spesso molto telefonato, è anche il reparto attori. Claudio Bisio risente della sua vita teatrale, come la metà degli attori italiani, e interpreta a freddo un personaggio che avrebbe dovuto essere meno d’autore e più icona, alla Charles Bronson per intenderci. La lunga riflessione del suo personaggio, in cucina e in compagnia di Stefania Rocca, risente parecchire di un background teatrale. Nonostante i numerosi film fatti Bisio non è interprete da cinema. E’ un grande comico e sa fare teatro piacendo, ma il cinema richiede un’interpretazione diversa, più naturale, più famigliare. Purtroppo questo è il guaio di buona parte dei nostri attori che sudditanti del peso teatrale della nostra cultura e della troppa tv che spesso è l’unico lavoro possibile, non riescono ad affrancarsi da uno stile falso, appesantito, teatrale. Anche gli altri comprimari non soo tanto in ruolo. A salvarsi è Ernest Borgnine che dall’alto della sua esperienza e della sua bontà di cuore, nonché della sua disponibilità giovane e disarmante se paragonata a quella di altri attori nostrani e più giovani, si concede al gioco e si mostra pure in abiti che per un omone anziano quale è denota una grande ironia e una grande intelligenza. Il film comunque fa piacere vederlo nelle sale perché potrebbe aiutare a fomentare quelle pellicole che si rifanno al genere poliziesco e noir e che potrebbero riportare appunto il genere tutto nei cinema italiani.
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