Regia di Ken Hughes vedi scheda film
non è lecito che un essere umano possa vivere una vita bigger than life. agli altri non piace e quindi si farà di tutto per non permetterglielo per molto ancora. anche se come artista sei tollerato arriva un momento in cui le circostanze ti si rivolgeranno contro e da begnamino intoccabile della buona società londinese, si viene scaricati direttamente giù per la fogna della regia capitale. oscar era una persona che ha preferito vivere piuttosto che sperare di vivere. il suo talento e la sua geniale inventiva gliel'hanno permesso. la sua immoralità era tollerata e sottaciuta, ma lui non accettava compromessi. tutto dalla vita. e quindi un matrimonio copertura e l'amante giovane. adorato dalle folle teatrali e corteggiato dai blasoni, si ritrova ad avere a che fare con il marchese, padre del proprio giovin concubino. un uomo grezzo e violento che non ha sentimenti da esprimere. soltanto disprezzo per tutto ciò che possiede, famiglia compresa. non che il figlio sia meglio per carità, abituato ad avere tutto o molto, non tollera che quel tutto venga meno. ciò che importa alla fine è che il buon wilde è ricordato, letto e amato da quando ha lasciato questa valle di lacrime e i suoi detrattori, magari vivono di (meschina) gloria riflessa. lui di sicuro ne sorriderà da lassù e chissà mai se sarebbe contento di questi tempi così moderni.
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