Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
Chi cerca un film carcerario incentrato sull'evasione, rimarrà deluso da questa giovanile opera di Dmytryk, che si concentra più che altro sull'acquisizione di un senso patriottico e di responsabilità civile da parte di chi vorrebbe non avere nulla a che fare con i grandi momenti della storia. In questo senso, il film acquista un certo spessore di contenuti e un'interessante ambiguità nella suddivisione dei ruoli: non si capisce bene fin dall'inizio se i due evasi siano 'buoni' o 'cattivi', finchè il precipitare degli eventi (con l'intrigo spionistico giocato sulle sciarade) non li costringe a confrontarsi sia con un nemico visibile che con la loro coscienza, restìa, in precedenza, a ogni tipo di coinvolgimento altruistico. Ottima l'ambientazione nel faro, che accentua il senso di claustrofobia degli interni. Il cast, però, è un po' debole, e la sceneggiatura a volte scricchiola.
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