Regia di Simon Shore vedi scheda film
L'intento - celebrare il passaggio all'età adulta di un gruppo di vitelloni inglesi, senza debordare in moralismi o patetismi - non era infimo. I vari trailer lo promossero come l'ennesima, giovanilistica "stupida commedia americana", nonostante la produzione fosse di origine anglosassone. Ma dell'humour britannico non vi è la benchè minima traccia, la conduzione è anonima e gli attori sono così anodini che non li riconosceresti nemmeno se li incrociassi uscendo dalla sala. Non è possibile riscontrare quell'emblematicità nelle vicende inquadrate (necessaria ai fini del coinvolgimento) e a tratti viene davvero voglia di rimpiangere le beceraggini degli "american college". Per quanto riguarda le ambizioni esistenzialiste presenti tra gli spunti di partenza, ha raggiunto risultati più interessanti il regista Rob Reiner con NON E' MAI TROPPO TARDI. Anche ai fini della diegesi e dell'esegesi, risultò più efficace persino I LAUREATI di Pieraccioni: chi conosce il mio scetticismo verso il cinema nostrano sa già che, se mi troverò costretto a comparare delle opere italiana con un film recensito, per quest'ultimo saranno dolori! Curiosa la ricerca di simbolismi da parte di critici ed opinionist di mezza Europa, entusiasmati dalla ritrovata presenza di un contesto calcistico in una pellicola destinata all'esportazione. L'unico vero motivo d'interesse per questo anonimo filmetto è la presenza di Billie Piper, strafighetta da libidine.
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